Il cinema dice addio a Giuliano Montaldo, il regista di “Sacco e Vanzetti”

Giuliano Montaldo in una recente foto. (ANSA)

MADRID. – E’ un giorno triste per il cinema italiano: è morto, all’età di 93 anni, nella sua casa di Roma il regista Giuliano Montaldo. Di Montaldo impossibile non ricordare la trilogia composta da Gott mit uns (1970), Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973), rispettivamente sul potere militare, giudiziario e religioso.

“Sacco e Vanzetti” con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla, in particolare, narra la vicenda realmente accaduta a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti d’America a inizio Novecento. Il 23 agosto 1927, dopo un processo segnato da pregiudizi e prove discutibili – e dopo sei anni di carcere –  i due muoiono sulla sedia elettrica negli Stati Uniti, per un crimine non commesso, dal quale solo cinquant’anni dopo verranno completamente scagionati.

Regista, sceneggiatore ma anche attore, Montaldo ha diretto nella sua vita oltre 20 film. Tanti hanno lasciato un segno nella storia del cinema italiano: Gli Intoccabili (1969), L’Agnese Va A Morire (1976), Gli Occhiali d’Oro (1987). Fu molto attivo anche nella produzione di grandi opere televisive come il kolossal in 8 puntate Marco Polo.

E fu anche partigiano: “Ci lascia Giuliano Montaldo , 93 anni, partigiano, regista, sceneggiatore e attore eccezionale e di grande impegno civile. Uomo intelligente, generoso, gentile e simpatico. Partecipò giovanissimo alla Resistenza a Genova, la sua città.  Amiamo tanto il modo in cui si è espresso attraverso la settima arte” scrive oggi l’Anpi sui social.

Anche il Presidente nazionale ANPI Gianfranco Pagliarulo ha voluto ricordare il regista: “Ciao maestro, ciao compagno, ciao Partigiano. Il dolore è immenso ma più forte sarà la volontà di tutta l’ANPI e di tutti i sinceri democratici di tenere stretti nelle battaglie che ci aspettano e nella vita di ogni giorno la tua profonda coerenza, la tua cultura, il tuo cinema resistente”.

“Con Giuliano Montaldo se ne va uno dei grandi autori del Cinema italiano, artefice di film indimenticabili” sono i commenti che si leggono sui social che ricordano Montaldo come un “professionista di grande spessore”, “un gentiluomo come ce ne sono pochi”, “un grande comunicatore”.

“La morte di Giuliano Montaldo rattrista noi tutti. Una delle più belle firme del cinema italiano. Dal neorealismo a quello dell’impegno civile. Giuliano Montaldo è stato tra i protagonisti del cinema del novecento. Attore, sceneggiatore e regista. Giuliano Montaldo ci ha accompagnati nelle nostre vite, attore in Achtung Banditi! di Carlo Lizzani, regista di Sacco e Vanzetti e autore con altri del documentario ‘L’addio a Enrico Berlinguer’. Tanto altro ha realizzato nella sua carriera cinematografica. Il Partito Democratico esprime le condoglianze alla famiglia” sono le parole di Sandro Ruotolo, responsabile Cultura nella segreteria nazionale del Partito Democratico.

A ricordare il regista anche Venezia: “Il Presidente, il Direttore generale, il Consiglio di amministrazione, il Direttore della Mostra del Cinema e la Biennale di Venezia tutta ricordano con particolare stima e affetto il regista, sceneggiatore e attore Giuliano Montaldo, maestro del cinema italiano e figura emblematica del cinema di impegno civile, autore di opere di notorietà internazionale quali Sacco e Vanzetti (1971), Giordano Bruno (1974), Marco Polo (1977)” si legge in una nota.

Giuliano Montaldo ha intrecciato, infatti, la sua carriera con la Mostra di Venezia fin dal sorprendente esordio con Tiro al piccione nel 1961, film riproposto restaurato nel 2019 in Venezia Classici, sezione della quale era stato presidente della giuria nel 2014. In seguito Montaldo ha partecipato alla Mostra con altri titoli acclamati quali Gli occhiali d’oro (1987), premiato con l’Osella d’oro per la scenografia e i costumi, e Tempo di uccidere (1989), tratto dal libro premio Strega di Ennio Flaiano. Nel 2008 ha presentato il documentario “L’oro di Cuba”.

(Redazione/9colonne)

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