Uccisa l’orsa Amarena star del Parco d’Abruzzo

Foto di Susanne Jutzeler, Schweiz 🇨🇭 suju-foto da Pixabay

MADRID. – L’orsa Amarena, una delle ‘star’ del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stata uccisa a colpi di fucile ieri sera intorno alle 23. A renderlo noto è stato lo stesso Ente Parco, spiegando che l’orsa, madre di due cuccioli, è stata colpita da una fucilata esplosa da un uomo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua.

Sul posto, spiega il Parco in una not, sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita. L’uomo che ha sparato è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco.

Il personale del Parco è impegnato ora a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi. “L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco – spiega l’Ente – Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”.

Proprio nei giorni scorsi era circolato sui social un video raffigurante l’orsa Amarena aggirarsi tranquillamente per le vie di uno dei paesi abruzzesi in prossimità del parco, sotto l’occhio attento ma sereno dei presenti.“L’orsa Amarena è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d’individui cui pure si concede il porto d’armi, ma anche del clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici”, commenta l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che si costituirà parte civile nel processo che si aprirà e che auspica una “condanna esemplare” nei confronti dell’uomo.

“Ricordiamo che a livello nazionale si sta cercando di deregolamentare la caccia nei confronti di specie protette anche a livello europeo cercando la sponda della stessa Ue. L’uccisione di Amarena e il dramma che stanno ora vivendo i suoi cuccioli è l’espressione di una propaganda malata, che crea paura e punta solo a intascare voti di chi vuole la legge del taglione per qualche danno, sempre risarcito. Apprezziamo il tono addolorato del comunicato del Parco, tono molto diverso da quello di altri gestori di territori in cui sono presenti i plantigradi. La nostra battaglia per la loro difesa nelle aule giudiziarie non si fermerà”.

(Redazione/9colonne)

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