Allarme da Parigi: “Focolaio di terroristi nel Sahel, a due passi dal Mediterraneo”

Sostenitori della giunta militare in strada a Niamey, capitale del Niger. (ANSA)

MADRID. – Il governo francese ha lanciato un allarme inquietante riguardo alla crescente minaccia terroristica nella regione del Sahel, posizionata a soli “due passi” dal Mar Mediterraneo. Le dichiarazioni rilasciate da Parigi pongono l’accento sull’urgente necessità di affrontare con determinazione questa situazione critica che potrebbe avere conseguenze destabilizzanti oltre i confini della regione.

La regione del Sahel, una vasta fascia di terra nell’Africa nordoccidentale, comprende paesi come Mali, Niger, Burkina Faso e Mauritania. Negli ultimi anni, questa area è diventata un terreno fertile per gruppi terroristici e milizie armate che hanno sfruttato instabilità politiche e socioeconomiche per consolidare la loro presenza.

La dichiarazione di Parigi sottolinea la preoccupante vicinanza del Sahel al Mediterraneo e, di conseguenza, all’Europa. La crescente influenza dei gruppi armati nella regione potrebbe avere ripercussioni sia sulla sicurezza interna dei paesi saheliani sia sulla stabilità di regioni limitrofe, con il potenziale di alimentare flussi migratori e impatti sulla sicurezza globale.

La lotta contro il terrorismo nel Sahel è stata a lungo una priorità internazionale. Organizzazioni come Al-Qaida e lo Stato Islamico hanno stabilito basi operative in questa zona, minacciando non solo la popolazione locale, ma anche la stabilità regionale e globale. La situazione si è ulteriormente complicata con la proliferazione di attività criminali, come il traffico di droga e il contrabbando di armi, che finanziano le attività dei gruppi armati.

A tal riguardo il ministro della Difesa francese, Sebastien Lecornu, in un’intervista rilasciata al quotidiano Var Matin ha dichiarato: ”Quando la giunta ha organizzato un colpo di stato in Mali, ha smesso di combattere il terrorismo. Oggi il 40% del territorio maliano è nelle mani di gruppi terroristici armati che minacciano di ricostituire una forma di califfato”. “La situazione è fragile anche in Burkina Faso”, ha aggiunto il ministro, per cui non si tratta solo “di una questione di influenza, ma di sicurezza collettiva”.

“Non possiamo non vedere che un grande focolaio di terroristi è ancora una volta a due passi dalle sponde del Mediterraneo”, ha denunciato.

Interpellato sulla situazione dei circa 1.500 militari presenti in Niger, Lecornu ha risposto: “I nostri soldati sono abituati a situazioni complicate (…). Noi siamo in Niger perché impegnati nella lotta al terrorismo, su richiesta delle legittime autorità nigerine: questo è il cuore della missione!”.

Quindi ha concluso: “Non dimentichiamo che le vere vittime di quanto sta accadendo oggi sono soprattutto le popolazioni degli Stati africani interessati”.

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