Terremoto nel calcio italiano: Roberto Mancini si dimette da CT della Nazionale

L'ormai ex-ct della nazionale di calcio Roberto Mancini dopo la vittoria agli Europei. (ANSA)

ROMA. Non si può certo definire un “fulmine a ciel sereno”, perché il cielo della Nazionale italiana non era poi così limpido, dopo la mancata partecipazione ai Mondiali e un cammino balbettante nelle qualificazioni all’Europeo. Ma le dimissioni di Roberto Mancini da CT dell’Italia, di certo hanno fatto scalpore.

Una notizia davvero inattesa: il Mancio ha detto stop, non allenerà più la Nazionale, dopo il trionfo europeo del 2020 e la cocente delusione per non aver centrato la qualificazione al Mondiale del Qatar, disfatta che ha equiparato nell’era moderna la sua squadra a quella di Giampiero Ventura, capace anche lui recentemente di segnare la storia (in negativo) dell’Italia, con un’altra mancata partecipazione ai Mondiali in Russia del 2018. 

Ragioni personali” alla base delle dimissioni

Le dimissioni sono arrivate nella serata di sabato scorso, vicini alla giornata di Ferragosto. Anche per la tempistica, dunque, sono dimissioni che fanno molto discutere e, come detto, completamente inattese: Mancini ha comunicato la sua decisione inviando un’email alla Federazione Italiana Gioco Calcio ed affidando ad un post su Instagram, qualche ora dopo, le spiegazioni (vaghe) della sua decisione. Su questo messaggio il mister parla di “ragioni personali”, tanto che la vaghezza ha alimentato in queste ore ancor di più le voci.

Poi il ringraziamento di rito al Presidente Federale Gravina (lui rimane sempre in sella) e il saluto alla Nazionale. In attesa di ulteriori dichiarazioni che di certo non tarderanno ad arrivare, magari proprio a partire dalla serata di oggi, la sensazione è che Mancini abbia preso questa decisione in virtù, innanzitutto, del malessere che già da tempo stava covando, con le critiche (tutte legittime, per la verità) che avevano accompagnato nell’ultimo periodo il suo operato, con una Nazionale che continuava a non convincere, alle prese sul campo con risultati altalenanti, anche sul piano della qualità del gioco, da sempre cavallo di battaglia del CT marchigiano.

Ogni tormento sembrava superato il 4 agosto, quando Gravina lo premiava, affidandogli il ruolo di supervisore delle Under 21 e 20. Ad incupire ulteriormente Mancini sembra poi siano state però le recenti nomine, decise dalla Federazione, che hanno cooptato in Nazionale le figure di Bollini, Barzagli e Buffon. Tutte figure che Mancini stima, ma che non rappresentano di certo suoi “fedelissimi”. 

La proposta dell’Arabia Saudita, Conte o Spalletti in pole per sostituirlo

Sullo sfondo, infine, ecco la ricca proposta che sarebbe stata recapitata in questi giorni a Mancini dalla Federazione calcistica dell’Arabia Saudita: un prestigioso e ricco (è proprio il caso di dirlo) ruolo da CT della Nazionale araba, con uno stipendio di 40 milioni di euro a stagione, per tre anni. Proposta che avrebbe convinto il CT a rompere definitivamente gli indugi. Antonio Conte o Luciano Spalletti i nomi che si fanno per sostituirlo alla guida della Nazionale azzurra. Per la FIGC sarà un Ferragosto davvero rovente. 

(Redazione/9colonne)

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