Bce: Le prospettive sul Pil e sull’inflazione restano incerte

La sede della Bce a Francoforte. (Archivio)

MADRID. – Le prospettive economiche a breve termine per l’area dell’euro si sono deteriorate, principalmente a causa dell’indebolimento della domanda interna. L’elevata inflazione e le condizioni di finanziamento più restrittive comprimono la spesa. Ne risente soprattutto il prodotto del settore manifatturiero, frenato anche dalla debole domanda estera.

Anche gli investimenti delle imprese e quelli nell’edilizia residenziale mostrano segnali di debolezza. I servizi continuano a evidenziare una maggiore tenuta, specialmente nei sottosettori ad alta intensità di contatti, come il turismo. Tuttavia, il comparto dei servizi perde slancio. L’economia dovrebbe rimanere debole nel breve periodo.

Nel corso del tempo il calo dell’inflazione, l’incremento dei redditi e il miglioramento delle condizioni dell’offerta dovrebbero sostenere la ripresa. Lo afferma il Bollettino di aggiornamento della BCE sugli andamenti economici, finanziari e monetari.

A giugno l’inflazione è diminuita ulteriormente, al 5,5%, dal 6,1 di maggio. I prezzi dell’energia sono scesi nuovamente, registrando un calo del 5,6% sui dodici mesi. Per quanto riguarda i beni alimentari, l’inflazione ha continuato ad attenuarsi, pur restando su un livello elevato, all’11,6%.

L’inflazione al netto dei beni alimentari ed energetici è salita al 5,5% a giugno, a fronte di tendenze divergenti mostrate dai beni e dai servizi. L’inflazione dei beni è diminuita ulteriormente, passando dal 5,8% di maggio al 5,5. Per quanto concerne i servizi, è invece aumentata al 5,4%, dal 5,0 di maggio, grazie alla sostenuta dinamica della spesa per viaggi e vacanze e agli effetti base al rialzo.

L’incremento dei tassi rispecchia quindi la valutazione, da parte del Consiglio direttivo della BCE, delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità di trasmissione della politica monetaria. Gli andamenti osservati dopo la riunione del 15 giugno confermano l’aspettativa che l’inflazione si ridurrà ulteriormente nel resto del 2023, ma si manterrà su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo.

Nuovo aumento di 25 punti base dei tassi di interesse

L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende ancora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo prolungato. Il Consiglio direttivo della BCE è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine.

Nella riunione del 27 luglio 2023 ha pertanto deciso di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE.  Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati innalzati rispettivamente al 4,25, al 4,50 e al3,75%, con effetto dal 2 agosto 2023.

(Redazione/9colonne)

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