Migranti: altro naufragio nel Canale di Sicilia, 41 morti

ROMA. Altra tragedia dell’immigrazione avvenuta nel Mediterraneo. Un barchino, salpato da Sfax in Tunisia, è affondato mentre navigava nel Canale di Sicilia: sarebbero 41 le vittime (fra cui tre bambini), sulla base delle testimonianze fornite da quattro sopravvissuti, tre uomini e una donna, salvati dalla motonave Rimona e poi trasbordati   su una motovedetta della Guardia costiera.

Il naufragio è avvenuto lo scorso 3 agosto ma se ne avuta notizia solo oggi, a seguito del salvataggio degli unici quattro sopravvissuti, rimasti in mare per giorni interi. “I quattro migranti arrivati a Lampedusa questa mattina che raccontano di essere sopravvissuti ad un naufragio sono all’hotspot di Contrada Imbriacola gestito dalla Croce Rossa Italiana. Sono tre minori da quanto dichiarano, due ragazzi e una ragazza e un uomo adulto provenienti da Guinea e Costa d’Avorio – si legge in una nota della Croce Rossa –

I migranti raccontano che sull’imbarcazione che avrebbe fatto naufragio c’erano 45 persone partite giovedì sera da Sfax, a quanto pare persone non in relazione familiare con i sopravvissuti. I quattro superstiti al naufragio si sarebbero salvati con delle camere d’aria e poi raggiungendo un’altra imbarcazione in mare. Al momento le condizioni generali di salute sono buone e vengono assistiti e supportati dagli operatori della Croce Rossa. Verranno poi trasferiti dall’hotspot in altri centri a breve”.

I dati del Viminale

Secondo i dati forniti dal Viminale, i migranti sbarcati a decorrere dal 1° gennaio all’8 agosto 2023 sono 93.684, a fronte dei 44.689 nello stesso del 2022 e dei 31.781 nello stesso periodo del 2021. In totale nel 2022 erano sbarcati 105.131 migranti e l’anno precedente 67.477 migranti.

“Di fronte alla morte di 41 persone, tra cui 3 bambini, non ci si può limitare allo sdegno o al freddo aggiornamento delle cifre drammatiche delle vittime dei viaggi della disperazione nel Mediterraneo. Occorre scuotersi dal torpore e investire risorse nel salvataggio della vita di chi è in pericolo – scrive in una nota la Comunità di Sant’Egidio –

È un forte appello a tutta l’Europa, in particolare a quei Paesi del Mediterraneo più vicini geograficamente ai naufragi, come – oltre all’Italia – Grecia, Malta e Spagna: prima di discutere su come gestire i flussi migratori occorre fare di tutto per salvare chi è in pericolo. La Commissione europea se ne faccia ulteriormente carico con tutti gli strumenti, di cui dispone, per una urgente azione di salvataggio.

È necessario poi incentivare modelli che funzionano perché favoriscono l’integrazione, come i corridoi umanitari, che la nostra Comunità porta avanti insieme a diverse realtà ormai dal 2016, ma è ormai evidente a tutti – istituzioni, mondo delle imprese e famiglie – il bisogno di allargare le possibilità di ingresso per motivi di lavoro, di cui ha tanto bisogno l’Italia, come altri Paesi europei”.

“Serve una missione di soccorso europea, servono canali di accesso sicuri e legali. Anche questa estate portiamo i nostri figli a fare il bagno nella tomba dei figli degli altri: basta, basta, basta” scrive su Twitter Cecilia Strada, ex presidente di Emergency.

(Redazione/9colonne)

Lascia un commento