Aragonés reclama a Sánchez proposte concrete per iniziare i negoziati

Il leader della sinistra indipendentista catalana di Esquerra Republicana (Erc), Pere Aragonés.
Pere Aragonés

BARCELLONA – Dare un nuovo impulso al negoziato e permettere che la Catalogna possa decidere il proprio futuro. Queste, in sintesi, le esigenze di Esquerra Republicana de Catalunya. Come è ormai consuetudine, il presidente della Generalitat, Pere Aragonès, ha incontrato i giornalisti dopo l’ultima riunione del “Govern”, prima delle ferie estive. In questa occasione, lo ha fatto per elencare, una dopo l’altra, le rivendicazioni della regione.

Mentre il leader del Partito Popolare, Alberto Nuñez Feijóo, pigia sull’acceleratore cosciente che la sua candidatura a presidente del Governo non gode della simpatia della maggioranza dei partiti indipendentisti e che sarà tutta in salita la strada a La Moncloa; il segretario generale del “Partido Socialista Obrero Español”, Pedro Sánchez, temporeggia. I risultati del 23 luglio hanno smentito pronostici e sondaggi. I socialisti hanno ritrovato l’ottimismo che pareva smarrito ed ora Sánchez non vuole commettere errore. Preferisce che sia l’avversario, Núñez Feijóo, a prendere l’iniziativa, sicuro che, comunque, i numeri non l’accompagneranno. Ma Aragonès vuole bruciare i tempi. Per questo che ha tenuto a sottolineare che se Sánchez vuole restare al Governo dovrà “darsi una mossa” e occuparsi “dell’agenda catalana”.

I negoziati si presentano assai complicati. Erc non è il solo attore nell’arena politica indipendentista della Catalogna. C’è anche Junts per Catalunya, il partito di Carles Puigdemont, profugo della giustizia. ERC e Psoe ne dovranno tener conto.

Aragonès ha già invitato Junts a sfruttare a proprio vantaggio la congiuntura particolarmente felice che vivono le forze indipendentiste della Catalogna. Lo stesso Artur Mas, ex presidente de la Generalitat ed eurodeputato di Junts, ha consigliato Carles Puigdemont ad “essere esigente, ma non intransigente”, nei negoziati.

Intervistato da “Catalunya Radio”, Mas ha affermato che “non bisogna aver paura di una ripetizione elettorale, altrimenti si perde forza nei negoziati, ma neanche bisogna essere così temerari da spingere ad una nuova elezione”.

Aragonès, nel corso della conferenza stampa, ha segnalato che l’autodeterminazione e l’amnistia dovranno essere parte fondamentale dei negoziati. Ma questa condizione potrebbe non essere accettata dai socialisti. Vi è una “linea rossa” che il Psoe non intende oltrepassare. Aragonès ha anche espresso la necessità di “rafforzare gli spazi del negoziato” e di riattivare il dialogo. Ritiene che da tempo sia immerso in un profondo letargo dal quale intende riscattarlo. Il presidente della Generalitat, nel pacchetto di provvedimenti da discutere ha anche incluso il trasferimento della gestione di “Cercanía”, il servizio ferroviario suburbano e metropolitano, e il la modifica del sistema di finanziamento autonomistico.

Il voto dei partiti indipendentisti, Erc e Junts, sono fondamentali per le aspirazioni di Sánchez. Esquerra Repubblicana si è sempre mostrata più dialogante mentre Junts più radicale.

Nel corso della conferenza stampa, Aragonès ha anche affrontato problematiche più locali. Il suo governo non ha una solida maggioranza. Dei 135 parlamentari, solo 33 sono di Erc. Comunque sia, Aragonès è deciso a resistere contro “vento e marea” e a evitare crisi di governo.

Redazione Madrid

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