Renzi scatenato: “No al salario minimo di Conte, il governo acceleri sul premierato”

Il leader di Italia Vice, Matteo Renzi, durante un intervento al Senato. (ANSA)

ROMA. – Rilancia l’elezione diretta del premier, ribadisce il no al salario minimo “di Conte, Cgil ed altri” e risponde a tutte le polemiche del momento, dal nodo Santanché alla commissione d’inchiesta sul Covid, dalle frizioni con Azione alle troppe settimane di ferie del Senato.

Matteo Renzi infiamma il primo giorno agostano del Senato, in attesa del rush finale sulla delega fiscale prima di 5 settimane di ferie. Il leader di Italia Viva presenta 3 proposte di legge tutte insieme, invitando il presidente Ignazio La Russa “a convocare il Senato per la settimana prossima: togliamo una settimana di ferie e approviamo la nostra legge sul dissesto idrogeologico e sul ripristino di Casa Italia”, la prima delle 3 pdl.

Le altre riguardano il rilancio dell’elezione diretta del premier (“su cui la maggioranza fa melina da 9 mesi”) e una alternativa al salario minimo, pensata insieme alla Cisl: “Non condivido la proposta sul salario minimo Conte, Cgil ed altri perché è previsto un fondo pubblico: questo vuol dire che tu automaticamente aumenti le tasse. Perché devo aumentare le tasse a un operaio o a un impiegato per il salario minimo, quando questo si può fare in altro. Ma io oggi firmo qui una proposta della Cisl sulla la partecipazione al lavoro per una impresa partecipata, che prevede la partecipazione agli utili dei lavoratori. È uno strumento molto potente contro le disuguaglianze”.

Il resto è dibattito politico: quel dibattito di cui Renzi si dice “davvero sconvolto dalla qualità in questa fase: abbiamo una situazione esplosiva in Africa, una serie di problemi che richiederebbero una seria discussione. Oppure potremmo parlare delle questioni italiane: il caro benzina che non dipende solo dal governo, che ha tolto le accise e ha dato i soldi, su forte pressione di Lotito, alle società di serie A. Quindi sono loro che meritano 800 milioni?”.

Covid, Santanchè, Azione

C’è il tema della Commissione di inchiesta sul Covid, per Renzi fondamentale: “Trovo sacrosanto rispettare l’articolo 82 che disciplina le modalità delle Commissioni di inchiesta. Se qualcuno pensa che non servano vada a parlare con i famigliari di David Rossi… Il discorso di Mattarella è stato impeccabile, a chi vuole strumentalizzarlo dico che mai immaginerebbe di interferire in un dibattito parlamentare in corso: condividiamo che la commissione debba avere i limiti previsti dalla Costituzione. Se davanti al Covid nessuno ha voglia di indagare sul perché sono entrati i soldati russi, con quali criteri sono state decise le chiusure”.

C’è ancora la questione Santanché, non destinata a esaurirsi a breve perché la mozione di sfiducia respinta in Senato verrà ripresentata alla Camera da M5S: “Questo modo di fare inaugurato dal centrodestra contro di noi e dai grillini contro di noi non ci appartiene. Questo non vuol dire che sosteniamo la Santanchè: noi siamo all’opposizione ma non saremo mai coloro che utilizzano le vicende giudiziarie per attaccare, si chiama garantismo. Dopo di che spetta a ciascuno valutare sulla propria posizione in base all’opportunità”.

E c’è spazio anche per un aggiornamento dei rapporti con Azione: “Io sono fermo a quello che ci siamo detti in una riunione chiusa all’unanimità al Senato: l’elezione diretta del premier era nel programma e io la porto avanti. Non mi sentirete mai fare attacchi personali a nessuno, se nelle prossime settimane si vorrà fare chiarezza si dovrà indicare il percorso delle Europee, in cui c’è uno spazio enorme per i riformisti. Se si vuole costruire uno spazio riformista noi ci siamo”.

(Redazione/9colonne)

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