Il Pp chiude la porta a conversazioni con Puigdemont, Erc chiama Junts all’unità

Cuca Gamarra, Segretaria Generale del "Partido Popular"

MADRID – “No” a eventuali trattative con Carles Puigdemont. Oggi la segretaria generale del Partito Popolare spagnolo, Cuca Gamarra, ha provato a mettere un punto alle riflessioni emerse all’interno della formazione sulla convenienza di dialogare anche con i secessionisti catalani di Junts per Catalunya per ottenere voti sufficienti a fare di Alberto Núñez Feijóo prossimo premier del Paese iberico. “Tale ipotesi non è sul tavolo”, ha detto in una conferenza stampa. Così, i popolari vedono cadere uno dopo l’altro tutti i tentativi di trovare i numeri sufficienti per alla Moncloa dopo le elezioni del 23 luglio. Ma continuano a insistere sulla necessità di formare “un governo moderato” guidato da Feijóo, basato sulla “stabilità”. Intanto, l’altra grande formazione indipendentista catalana, Esquerra Republicana, ha proposto in una lettera a Junts di “remare nella stessa direzione” per negoziare con il socialista Pedro Sánchez una sua eventuale investitura.

A non chiudere del tutto la porta a eventuali conversazioni con Junts era stato Pedro Rollán, vicesegretario del coordinamento delle autonomie del PP, che aveva parlato di confronti possibili nel caso in cui non si fuoriesca “dall’ambito della Costituzione”. I deputati del partito indipendentista, del resto sarebbero decisivi per garantire la maggioranza sia a un eventuale governo di centrodestra (il cui blocco politico ha 171 seggi presumibilmente assicurati nel Congresso) sia uno di centrosinistra (che potrebbe aspirare a essere sostenuto dallo stesso numero di parlamentari, ma in linea di massima può avere più chance di conformare un governo).

Anche se un ipotetico voto allineato da parte della formazione secessionista catalana e degli ultranazionalisti spagnoli di Vox appare a priori difficile da immaginare. “La governabilità deve passare da prese di posizione che garantiscano stabilità”, ha commentato oggi Gamarra nell’escludere tale possibilità, “continueremo a lavorare su questa linea”.

In aggiunta, la segretaria generale popolare ha ribadito di nuovo la convinzione secondo cui “il partito che ha vinto le elezioni” deve “essere alla guida del governo” (un’idea non stabilita dalla Costituzione), criticando Sánchez per aver rifiutato un incontro con Feijóo prima dell’insediamento del Congresso .”Se la richiesta di dialogo di Núñez Feijóo con Pedro Sánchez fosse arrivata da uno dei partiti che cercano di favorire l’instabilità della Spagna, non ci avrebbe messo neanche un minuto per rendersi disponibile e spostarsi in qualsiasi Paese del mondo per incontrarli”, ha sostenuto.

Nel frattempo, a mettere in chiaro la propria posizione su eventuali accordi post-elettorali è stata l’unica deputata eletta di Coalición Canarias, Cristina Valido, che potrebbe risultare decisiva per sbloccare la situazione di impasse tra centrodestra e centrosinistra. “Non c’è nulla di predeterminato”, ha detto ai microfoni della radio Cadena Ser, “ma abbiamo già detto da tempo che non avremmo fatto parte di governi che includano l’estrema destra o l’estrema sinistra”.

Valido ha aggiunto che, tuttavia, il suo partito è disponibile a “dialogare” con Partito Popolare o Partito Socialista, aggiungendo anche che “con l’ultradestra” di Vox la “distanza è più grande” rispetto a quella che divide Coalición Canaria da Sumar.

Anche Juan Esparza, presidente di Unión del Pueblo Navarra, partito che ha ottenuto un deputato e che si è detto disponibile ad appoggiare un governo Feijóo, è stato chiaro. “Sfortunatamente il risultato consente a Pedro Sánchez di essere presidente e qui la realtà è che il signor Feijóo non sarà presidente in nessuno degli scenari”, ha detto in dichiarazioni ad Antena 3, raccolte da Europa Press. E ha aggiunto: “Non si può ingannare la gente”.

L’appello a Junts proveniente da ERC è stato altrettanto trasparente. “Se sappiamo qualcosa, è che più siamo, più capacità abbiamo di realizzare le cose. Se remiamo tutti nella stessa direzione, siamo molto più forti”, si legge in una lettera pubblicata dal quotidiano Ara. “E in uno scenario molto complicato in cui, per fermare la destra spagnola, gran parte della società catalana ha scelto di sostenere partiti di raggio d’azione spagnolo, le urne hanno dato all’indipendentismo una nuova opportunità: i quattordici indipendentisti catalani sono necessari per la governabilità dello Stato, ed è una buona notizia che sia così”.

L’eventuale risposta di Junts, per il momento, si fa attendere.

Redazione Madrid

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