Pnrr, opposizioni e Comuni non convinti da governo

La segretaria del PD Elly Schlein. (foto @imagoeconomica)

ROMA. – La  maxirevisione del Pnrr, annunciata ieri dal ministro competente Raffaele Fitto al termine della riunione della cabina di regia, non convince le opposizioni e allarma i Comuni. In sintesi, l’esecutivo definanzia interventi 15,89 miliardi, spostandoli su altri programmi che hanno scadenze diverse da quella del 2026 del Pnrr.

Ad essere interessati dalla modifica 144 obiettivi su 349, dalle ferrovie ai Comuni, dal dissesto idrogeologico al welfare. Il tutto nell’ottica dell’integrazione con il RepowerEu, con il governo – spiega  Fitto – che ha messo “in campo un’ambizione seria sulla sostenibilità energetica e ambientale del paese, per un grande progetto che dia una prospettiva forte e che si inserisce perfettamente nelle linee di politica internazionale che il premier Meloni nei giorni scorsi ha indicato nell’avvio del piano Mattei”.

Martedì il ministro riferirà alle Camere, e il clima si annuncia già caldo: “Un colpo di spugna irresponsabile rispetto alla messa in sicurezza del territorio”: così la segretaria del Pd Elly Schlein, in merito alla proposta di revisione del Pnrr da parte del governo, in un colloquio con La Stampa.

“Vediamo il Parlamento continuamente emarginato ed esautorato, nonostante il provvedimento sulla governance del Piano preveda la discussione e un voto di indirizzo preventivo delle Camere, in caso di modifiche” prosegue la leader dem, che aggiunge: “. “Il governo fa il gioco delle tre carte togliendo fondi ai comuni, al Sud e alla lotta contro il dissesto idrogeologico”.

A La Repubblica, invece, il presidente dell’Anci Antonio Decaro sottolinea che “per il momento è solo una ipotesi. Qualora questi fondi del Pnrr che ammontano a 13 miliardi di euro e che erano stati assegnati ai Comuni venissero spostati sul programma RePower, il governo ci ha assicurato che troverà altre fonti di finanziamento. Ma noi a questo punto vogliamo garanzie per iscritto: e cioè pretendiamo che ci venga assicurato che questi fondi vengano stanziati contemporaneamente allo spostamento dei fondi del Pnrr. Non vogliamo correre rischi”.

“Ci hanno detto di stare tranquilli, di andare avanti, ma siccome stiamo parlando di 13 miliardi di euro chiediamo al governo garanzie immediate sul finanziamento di questi interventi che in molti casi, come per le piccole opere finanziate dal ministero dell’Interno, sono già stati realizzati e per cui sono stati già spesi 2,5 miliardi di euro”.

Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ribadisce quanto detto da Fitto: “”Alcune risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono state spostate giustamente: dovendo il Pnrr rendicontare entro il 30 giugno 2026, alcune opere sono impossibili da concludere per quella data”.

Queste le parole del ministro, intervenuto ad Agorà Estate Rai 3. “Da parte del mio ministero – ha proseguito  – ho alcuni di questi spostamenti, una parte di fognature che vengono spostate. Credo che tutti si rendano conto che mettere delle fognature nel momento in cui devo rendicontare entro il 30 giugno 2026, mi basta trovare anche solo un solo piccolo reperto archeologico e tutto si blocca per qualche mese, facendo automaticamente perdere i soldi al Paese. Sono tutte risorse spostate nell’ambito dei Fondi nazionali per lo Sviluppo e la Coesione”.

(Redazione/9colonne)

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