Spagna: disoccupazione giù fino all’11,6%, boom di occupati

MADRID – In tre mesi, oltre 600.000 occupati in più. E un tasso di disoccupazione calato sino all’11,6% dal 13,26% del trimestre precedente. I dati sul mercato del lavoro diffusi oggi in Spagna dall’Istituto Nazionale di Statistica (Ine) mostrano una situazione mai così positiva da circa 15 anni a questa parte. Allora il Paese stava capitombolando di testa verso uno dei suoi periodi più bui dopo anni di bolla immobiliare, all’inizio di una crisi economico-finanziaria che ha provocado un profondo impatto sulla vita di milioni di persone. Adesso, invece, la situazione è distinta.

“In Spagna lavorano già 21 milioni di persone. Abbiamo raggiunto un nuovo massimo storico”, ha sottolineato il premier Pedro Sánchez, “si tratta di dati straordinari che dimostrano la forza della nostra economia”.

Correva il terzo trimestre del 2008 l’ultima volta in cui i disoccupati in Spagna furono in percentuale meno di quelli attuali. Allora, il tasso di senza lavoro fu dell’11,23%, mentre negli ultimi tre mesi dell’anno schizzò al 13,79%. Quest’anno, tra primo e secondo trimestre, le cose sono andate invece al contrario.

Merito, statistiche alla mano, di un vero e proprio “boom” di nuovi impieghi nel settore privato (+610.100 persone), una situazione leggermente compensata al ribasso dalla diminuzione dei posti di lavoro in ambito pubblico (-6.200). Quasi tutte le assunzioni sono state nel campo dei servizi (606.000 persone), alcune in quello della costruzione (60.900) e altre in quello dell’agricoltura (1.500). Sono invece calati gli occupati nel settore dell’industria (-64.500).

Le cifre pubblicate oggi dall’INE sono state accolte positivamente da diversi attori pubblici: non solo il governo, ma anche sindacati e industriali. “Se mi viene concessa l’espressione, i dati sono spettacolari”, ha commentato ad esempio Unai Sordo, segretario generale di Comisiones Obreras, parlando ai microfoni di RNE. Da parte sua, il numero uno dell’UGT Pepe Álvarez ha sottolineato anche come oltre 14,7 milioni di lavoratori abbiano contratti a tempo indeterminato.

“La statistica di oggi risulta specialmente positiva”, è il punto di vista di Gregorio Izquierda, direttore del dipartimento economico della CEOE (la Confindustria spagnola). A detta sua, la situazione mostrata è merito in particolare “dello sforzo di imprese e settore privato nel mantenere e creare posti di lavoro”. Anche se, ha aggiunto, è bene mantenere la “prudenza” in quanto nei prossimi trimestri potrebbe verificarsi una situazione di “maggior decelerazione economica”.

Secondo la vicepremier e ministra dell’Economia, Nadia Calviño, i nuovi dati mettono in luce anche “un miglioramento di qualità e stabilità dei posti di lavoro”. In effetti, nel secondo trimestre 2023 i nuovi contratti a tempo indeterminato sono stati 410.100.

La ministra del Lavoro Yolanda Díaz, da parte sua, ha parlato di cifre “storiche”. “La Spagna è un posto migliore grazie alla riforma del mercato del lavoro”, ha rivendicato.

Redazione Madrid

Lascia un commento