MADRID – Giovedì 17 agosto. Sarà questa la prima data da cerchiare sul calendario. Quel giorno avverrà l’insediamento del Congresso dei deputati spagnolo dopo le elezioni generali tenutesi ieri. Si tratterà del momento chiave per far partire l’iter formale necessario per la conformazione di un nuovo governo. Anche se gli scenari post-elettorali non lasciano spazio a certezze: esiste la possibilità che nel prossimo inverno si torni a votare.
A partire dall’insediamento del Congresso, e dalla costituzione del suo organo di controllo (la ‘Mesa’), scatterà il “cronometro” costituzionale che stabilisce tempi e nuovi per l’investitura del nuovo premier. Il primo passo sarà l’iscrizione dei gruppi parlamentari. E a quel punto entrerà in gioco la figura del re.
Il monarca è chiamato a convocare i diversi partiti, dal più piccolo al più grande, a consultazioni per valutare la situazione politica. A quel punto, può dare l’incarico a un candidato per permettergli di provare a formare un nuovo governo. Il criterio applicato è quello di affidare il mandato al candidato con più opzioni di governare.
In caso di accettazione dell’incarico, il prescelto si sottoporrà poi a un tentativo di investitura nel Congresso. Al primo voto avrà bisogno della maggioranza assoluta (176 seggi), mentre, in caso di insuccesso, al secondo voto (che avverrà 48 ore dopo) sarà sufficiente la maggioranza relativa.
Ma è a partire dalla prima votazione, in caso di mancata investitura, che scatterà il conto alla rovescia per evitare un’eventuale ripetizione elettorale. In totale, tale margine di tempo sarà di due mesi, entro i quali c’è la possibilità di esplorare vie per conformare un governo alternativo.
Se ciò non avverrà, dopo 60 giorni complessivi si procederà allo scioglimento delle Camere. E a quel punto, scatterà automaticamente la convocazione di nuove elezioni generali: stando ai calcoli della stampa spagnola, un eventuale ritorno al voto potrebbe avvenire in inverno, probabilmente intorno al periodo natalizio o subito dopo.
Redazione Madrid
