Niente accordo PP-Vox a Murcia, elezioni anticipate più vicine

Santiago Abascal (Vox) y Alberto Núñez Feijóo (PP)

MADRID – Dopo l’Estremadura, ora è il turno di Murcia. La regione del sud-est è la seconda della Spagna in cui le tensioni post-elettorali tra Partito Popolare e Vox, formazioni conservatrici con numeri sufficienti per favorire la creazione di un governo, hanno aperto la possibilità di una ripetizione elettorale. A meno di due settimane dal voto nazionale, e con la questione dei patti interni alla destra come uno degli argomenti al centro della campagna elettorale in corso, la possibilità di un’intesa su scala regionale al momento è infatti saltata. Senza un accordo entro i prossimi due mesi, a settembre gli abitanti di Murcia potrebbero di nuovo essere convocati a elezioni.

In questo territorio, il PP ha ottenuto quasi il 43% dei voti e 21 dei 23 seggi necessari per controllare la maggioranza assoluta dell’Assemblea locale. Vax, da parte sua, ha conquistato il 17,7% dei consensi e 9 seggi. Per garantirsi la conferma a un terzo mandato come presidente regionale, al presidente popolare uscente Fernando López Miras sarebbe bastata l’astensione di due di questi nove deputati locali. Ma tale circostanza non ha avuto luogo né venerdì scorso, né oggi in seconda votazione.

Un governo di destra, che sia un monocolore del PP con appoggio esterno di Vox (opzione preferita dal primo) o conformato da una coalizione tra questi due partiti (come invece chiesto secondo), è l’unica possibilità praticabile a Murcia in virtù dei risultati elettorali. Ed evidentemente coscienti di ciò, gli ultraconservatori questa volta hanno deciso di non dare il loro via libera senza la garanzia di aver spazio nell’esecutivo, come invece avvenuto in altri contesti territoriali, ad esempio a Madrid o in Andalusia: sia venerdì scorso sia oggi, hanno votato insieme alla sinistra contro la rielezione di López Miras.

Del resto, un avviso era arrivato di prima mattina dal leader nazionale di Vox, Santiago Abascal. “Siamo stati votati dal 18% degli abitanti di Murcia”, ha osservato in un’intervista su Antena 3, “fare come se Vox non esistesse e non si fosse presentato alle elezioni è una mancanza di rispetto”. A detta sua, “a Murcia si è votato in favore di un governo molto amplio, che potrebbe rappresentare oltre il 60% dei cittadini”.

Con il doppio “no” di Vox a “regalare” al PP il governo della regione, è già partito il countdown in vista di una possibile convocazione di elezioni anticipate: se entro il 7 settembre non ci sarà un accordo di governo, si dovrà tornare alle urne, spiegano i media iberici.

Le tensioni di Murcia, che la sinistra considera in realtà solo frutto di una “strategia” da parte di PP e Vox vista la vicinanza delle elezioni generali, seguono quelle registratesi tra in due partiti in Estremadura. In quel caso, fu la popolare María Guardiola a rifiutare inizialmente un patto di coalizione con Vox, a rigor di numeri sostanzialmente inevitabile per poter dar vita a un governo di destra. Tale situazione di disaccordo almeno apparente è poi rientrata giorni dopo: le due formazioni si sono infatti messe d’accordo per governare insieme.

Tra i due partiti, le cose sono andate a gonfie vele dopo il voto amministrativo dello scorso 28 maggio in particolare nella Comunità Valenciana (governo di coalizione così come in Castiglia e León l’anno precedente) e alle Baleari (governo del PP con sostegno esterno di Vox). In Aragona, sono ancora in corso negoziati politici.

A livello nazionale, il leader nazionale del PP Alberto Núñez Feijóo si dice convinto di poter ottenere voti sufficienti per governare senza bisogno di alleanze dopo il 23 luglio. Vox, da parte sua, sta invece lavorando in campagna elettorale per ricoprire una posizione politicamente decisiva per la conformazione del futuro governo.

Redazione Madrid

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