Napolitano, domani il 98esimo compleanno: l’omaggio del Senato

Giorgio Napolitano saluta in una foto d'archivio del 2015.

ROMA. – “Giorgio Napolitano rappresenta il testimone di una politica che si fa cultura e di una cultura politica che si fa istituzione”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, aprendo in aula al Senato le celebrazioni per il 98esimo compleanno, che ricorre domani, del senatore di diritto e a vita e presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. In tribuna presente il figlio.

Quest’anno, inoltre, ricorre l’anniversario dei 70 anni di vita parlamentare di Napolitano, entrato in Parlamento il 25 giugno del 1953. “Tra i tanti ricordi – aggiunge La Russa – ne ho due in particolare e il primo riguarda l’attenzione certosina con cui assolveva, oltre che al ruolo di Presidente della Repubblica, a quello che ne discendeva, ovvero il ruolo di capo delle Forze armate.

Non ho conosciuto, durante la mia permanenza nel governo, altri presidenti della Repubblica, ma dubito che altri siano stati così puntigliosi e così attenti nel tutelare le Forze armate, il loro onore, la loro qualità, la loro necessità di essere considerate uno dei momenti fondamentali della comunità nazionale. Anche per questo gli sono personalmente grato”.

“Il secondo momento che posso testimoniare personalmente – continua la seconda carica dello Stato – è quello relativo alle celebrazioni per i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia: ricordo che persino nella maggioranza, o forse soprattutto nella maggioranza di governo, vi era in quel momento qualche voce distonica che voleva limitare al massimo quelle celebrazioni.

Ricordo perfettamente che, in seno al Consiglio dei ministri, io e l’allora giovanissima ministra Giorgia Meloni, ci battemmo con forza perché i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia venissero celebrati adeguatamente e per riuscire a vincere questa battaglia dal Consiglio dei ministri telefonai al presidente della Repubblica Napolitano e la sua parola fu decisiva affinché poi la celebrazione avvenisse con l’importanza con cui tutti ricorderete che avvenne, con la sua assidua partecipazione.

Era un modo per ricordare a tutti che il presidente della Repubblica rappresenta la storia d’Italia nella sua attualità, ma anche per tutti gli anni della nostra unità”.

Le testimonianze

In aula, tra le altre, la testimonianza del senatore a vita Mario Monti: l’ex premier ha ricordato “la grandissima attenzione che, nei rapporti che ho avuto occasione di avere con lui, gli ho sempre visto rivolgere al Parlamento; anzitutto al Parlamento europeo, nell’ambito del quale l’ho visto per la prima volta all’opera in anni ormai lontani, non solo come parlamentare esemplare, ma come presidente della Commissione affari costituzionali, dove ha avuto un ruolo importantissimo”.

Nel novembre 2011, Monti fu chiamato proprio dal presidente Napolitano alla guida del governo: “Ricordo che, nell’attività che per un anno mi vide molto vicino al presidente e nella quale egli fu di uno scrupolo totale nel rispettare le prerogative del governo e del Parlamento, pur essendo un capo dello Stato che in quel momento aveva una particolarissima autorità nei confronti del Governo”.

(Redazione/9colonne)

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