Díaz propone una riduzione della giornata lavorativa: ‘Meno ore dal 2024’

La Vicepresidente e ministra del Lavoro, Yolanda Díaz

MADRID – Ridurre progressivamente gli orari di una settimana lavorativa. Per mettere fine a “un’anomalia” come quella che si verifica in Spagna “in quanto a orari sociali e di lavoro”. È la proposta su cui sta particolarmente scommettendo la vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Díaz. Che proprio in questi giorni si sta tuffando nella prima campagna elettorale alla guida di Sumar, il movimento con cui aspira a “diventare “premier” del Paese iberico dopo le politiche del prossimo 23 luglio.

La nuova formazione ha di fronte a sé una sfida non da poco: condensare lo spesso frammentato voto dell’elettorato progressista e farlo confluire verso un unico progetto di sinistra complementare al Partito Socialista, sostenuto da una coalizione di una quindicina di forze politiche, per cercare di contrastare le aspirazioni del tandem conservatore Partito Popolare-Vox in vista del voto nazionale.

E stando alla strategia comunicativa messa in mostra in questa fase di “pre-campagna” elettorale, le proposte che riguardano misure nella sfera del lavoro appaiono come uno dei prevedibili cavalli di battaglia di Sumar. Visto anche che la sua leader si è contraddistinta nel governo in particolare per politiche come la promozione di un’importante riforma del mercato del lavoro o l’elaborazione della cosiddetta “legge rider”.

Nel corso di un’intervista su La Sexta, Díaz ha spiegato in dettaglio la sua proposta riguardante la riduzione della giornata lavorativa. “Vogliamo che la gente lavori meno per poter vivere meglio”, ha sostenuto, aggiungendo che “allungare” troppo “la giornata lavorativa” e incentivare eccessivamente il modello presenziale nelle aziende, “non solo non aumenta la produttività, ma fa sì che si riduca”.

La formula elaborata da Sumar, ha poi precisato, prevede che a partire dal 2024 il totale orario in una settimana lavorativa sia in genere di 37,5 ore, quindi meno delle consuete 40 attuali. E l’orizzonte finale è di arrivare a “32 ore” entro “la fine della prossima legislatura”, il tutto senza “riduzioni salariali”.

Oltre alle misure in ambito lavorativo, un altro tema molto caro a Sumar è quello delle politiche ambientali, in particolare quelle volte a mitigare gli effetti dell’emergenza climatica per il surriscaldamento globale. A tal proposito, Díaz oggi ha proposto “un piano drastico per climatizzare scuole e residenze”, in modo tale da proteggerne meglio gli utenti dagli effetti di episodi come l’ondata di caldo in corso in Spagna.

In aggiunta, la leader di Sumar ha toccato un altro dei punti di particolare interesse per la sua formazione, quello dei diritti civili. In questo caso, Díaz ha citato in un tweet l’Italia e il suo governo. “In Italia il governo degli alleati di PP e Vox vieta la maternità alle donne lesbiche e toglie diritti ai loro figli”, ha scritto. “Cosa ne dice il signor Feijóo?”, ha aggiunto

Il riferimento è al leader del Partito Popolare spagnolo, con allusione implicita anche agli accordi che la sua formazione sta stringendo con gli ultraconservatori, così come sulle dure istanze di questi ultimi riguardanti il collettivo LGTBI+.

Redazione Madrid

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