Ucraina, dopo il fallito golpe la Russia si risveglia in una “falsa normalità”

Anche gli uffici di cambio riprendono l'attività dopo il tentato golpe di Ecgheny Prigozhin. EPA/MAXIM SHIPENKOV

MADRID. – È una falsa normalità quella che si respira questa mattina in una Russia che cerca di lasciarsi alle spalle il folle fine settimana del “quasi golpe” di Evgeny Prighozin. Non basta infatti che l’accusa formale di tradimento per insurrezione armata, come ha reso noto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sia stata fatta cadere per il leader della Wagner o che ai suoi miliziani sia stata assicurata non solo l’impunità ma un caloroso benvenuto, se lo vorranno, nell’esercito regolare.

Non basta che questa mattina sui siti specializzati siano come per magia riapparsi i prodotti coi loghi della brigata del cuoco di Putin né che un esercito di operai sia comparso per riaggiustare le strade e gli impianti inevitabilmente danneggiati nel corso dell’avanzata della colonna armata che dal sud è avanzata fin quasi a duecento chilometri della capitale.

Solo nell’oblast di Voronezh, ha dichiarato il governatore di questa regione che ha visto la momentanea “occupazione” dei mercenari, è stato e sarà necessario intervenire su centinaia di chilometri di manto stradale, compromesso dalle manovre dei veicoli militari.

Di fatto, Mosca resta al momento in una situazione di allarme terrorismo, mentre è un dato incontrovertibile che i due attori principali di quella che non si sa se definire farsa o tragedia non si siano più fatti vedere dal momento del raggiungimento di un “accordo” di cui comunque ancora si sa troppo poco tramite la perlomeno apparente mediazione del fantoccio di Putin Alexander Lukaschenko.

Difficile insomma sostenere che la Russia di questa mattina sia la stessa di venerdì scorso. Anche se tutto nelle prossime ore dovesse andare apparentemente “come sempre”, è lampante che quanto accaduto, per usare le parole del segretario di Stato americano Antony Blinke, abbia lasciato delle “vere crepe” nel governo di Vladimir Putin e potrebbe offrire all’Ucraina un vantaggio cruciale in quanto conduce una controffensiva che potrebbe influenzare l’esito del guerra.

Per Blinken, così come per numerosi analisti occidentali, lo sconvolgimento innescato sabato dalla fallita avanzata su Mosca dei mercenari Wagner è tutt’altro che finito. “Questa è una storia che è ancora in corso della quale non abbiamo ancora assistito all’ultimo atto” ha detto Blinken al programma Face the Nation della CBS.

La rabbia nei confronti del Cremlino

La ribellione, alimentata dalla rabbia nei confronti della leadership del Cremlino nell’invasione e occupazione dell’Ucraina, ha rappresentato la minaccia più diretta alla presa del potere di Putin da quando è diventato presidente 23 anni fa.

Per quanto riguarda le ripercussioni sul campo di quella che il Cremlino si ostina a definire “operazione militare speciale”, nelle ultime ore le forze di Kiev sono leggermente avanzate sui fianchi meridionali e settentrionali di Bakhmut, fino a un chilometro di distanza dalla città, ha affermato nell’ultimo aggiornamento Serhii Cherevatyi, portavoce del comando orientale.

Tuttavia, la Russia continua a rafforzare Bakhmut con truppe aviotrasportate. Questo “indica chiaramente” che Mosca sta cercando di tenere la città, ha detto Cherevatyi. “Conosciamo i loro obiettivi, le loro unità, i loro comandanti, le loro tattiche”, ha aggiunto, precisando però che “niente potrà aiutare” le forze russe.

Il procedimento contro Prigozhin non è chiuso

Il procedimento penale contro Ecgheny Prigozhin per “l’organizzazione di una ribellione armata” non è stato chiuso: Lo ha dichiarato alla RIA Novosti una fonte dell’ufficio del procuratore generale, senza specificare altri dettagli. Viene in questo modo smentita una delle notizie circolate dopo la retromarcia delle milizie del “cuoco di Putin” avanzanti verso Mosca.

Vucic elogia Putin: È stato lui a fermare il golpe della Wagner

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha elogiato la “presa di posizione forte” del presidente russo Vladimir Putin nel porre fine alla breve insurrezione guidata dal capo Wagner Evgheny Prigozhin.

Pur riconoscendo che il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha contribuito alla risoluzione “pacifica” della crisi (va comunque detto che da parte dell’esercito regolare russo si sono contate quindici vittime), il presidente serbo ha detto in un’intervista televisiva, che Putin è stato colui che, pur dietro le quinte, “ha risolto tutto” grazie ad una serie di azioni “taglienti e decisive”.

Riprendendo le parole del leader del Cremlino, Vucic ha stigmatizzato le mosse del gruppo Wagner come “una pugnalata alle spalle” per il proprio paese e ha affermato che in Russia è stato commesso un errore che ha conferito al gruppo “un potere enorme”.

(Redazione/9colonne)

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