Assemblea Confcooperative, focus su lavoro e inclusione sociale

Il presidente della Confcooperatve Maurizio Gardini nel suo intervento all'assemblea.

ROMA. – Si è svolta questa mattina, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, la 41esima edizione dell’Assemblea Nazionale di Confcooperative. Diverse le rappresentanze istituzionali che il presidente Maurizio Gardini è riuscito a riunire nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium.

Dopo una sua breve introduzione, in cui ha presentato questa edizione dell’assemblea che ha avuto come tema “Abbiamo cura del Paese”, la cantante Tosca ha intonato l’Inno di Mameli e, di seguito “La Cura” di Franco Battiato, per richiamare l’argomento principale della giornata rivolta al lavoro e all’inclusione sociale. Curioso è stato anche il fuoriprogramma della cantante che ha voluto intonare anche “Bella Ciao”, di fronte allo sguardo attonito e imbarazzato di alcuni presenti, ma anche compiaciuto e partecipe di altri.

A salire per primo sul palco è stato il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, il quale ha voluto rimarcare il clima di confronto e ascolto inaugurato dal governo per monitorare l’attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza:

“Il governo ha varato nei mesi scorsi un decreto-legge con il quale ha riorganizzato la governance del piano nazionale di ripresa in resilienza e delle politiche di Coesione. All’interno di questa riorganizzazione abbiamo rimodellato la funzione della cabina di regia, immaginando un confronto preventivo anche nella fase decisionale con tutti i soggetti coinvolti che non riguarda esclusivamente il piano nazionale di ripresa e resilienza, perché noi riteniamo che il PNRR non sia un obiettivo del governo Meloni ma di tutto il paese”.

Fitto ha voluto inoltre ribadire quanto siano, a suo parere, pretestuose le polemiche di chi dà a questo governo la responsabilità per i ritardi nell’attuazione del PNRR, facendo presente che è in corso una costante attività di monitoraggio della “qualità” di spesa dei fondi a disposizione, non solo con il PNRR, ma anche con il fondo di coesione.

“Il PNRR è stato immaginato e deciso prima dell’invasione dell’Ucraina, quando le priorità dal punto di vista economico erano totalmente diverse. Oggi abbiamo l’esigenza di affrontare la grave questione energetica, ma anche il costo delle materie prime, l’inflazione”, ha precisato il ministro, per giustificare il proposito che il governo sta perseguendo, in sede europea, di modificare alcuni degli obiettivi originariamente stabiliti, al momento della ratifica del piano.

Il sistema delle cooperative

Dopo il Ministro Fitto, è stata la volta di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sicuramente l’ospite più atteso, perché direttamente coinvolto nell’attività dell’universo cooperativo. “Il sistema delle cooperative veniva considerato un’anomalia italiana – ha detto Urso – accanto a quello delle piccole e micro imprese, dei distretti industriali, delle filiere che si attardavano a produrre sui beni primari, come alimentazione, agricoltura, industria, manufatti, ma anche servizi e turismo. Quello che appariva un’anomalia, in un’epoca in cui il capitalismo senza volto pensava di poter produrre ovunque nel mondo, allungando a dismisura le filiere commerciali e produttive, sta diventando un modello”.

Secondo Urso, quindi, sta tramontando il modello economico dei grandi “potentati” economici che molti pensavano avrebbe definitivamente distrutto il sistema economico italiano, basato invece sull’imprenditoria piccole e media. “E lo dimostrano i dati di crescita dell’occupazione e del prodotto interno lordo italiano che sta stupendo osservatori e agenzie internazionali che rivedono sempre rialzo le stime su questo paese. Questo modello noi dobbiamo tutelarlo al meglio.

Lo facciamo col disegno di legge sul Made in Italy, con l’intervento finanziario del Fondo Sovrano e con la formazione delle competenze per convincere i 3 milioni di giovani che in Italia non studiano, non lavorano e non cercano lavoro che è il momento di formarsi, grazie al liceo del Made in Italy, che è il momento di entrare in azienda o di costruire la propria azienda per inventarsi e realizzarsi nella propria vita”.

(Redazione/9colonne)

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