Abuso d’ufficio e intercettazioni, arriva la riforma di Nordio

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio durante la conferenza stampa del 31/01/2023.
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio durante la conferenza stampa del 31/01/2023. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Il testo è ancora una bozza, ma lo scontro tra i giudici e il ministro Carlo Nordio è già acceso: questa sera il Consiglio dei ministri varerà un decreto che è un primo passo verso la riforma della Giustizia, e che contiene almeno due modifiche che hanno già attirato, sin dalla vigilia, molte critiche.

La prima è l’eliminazione del reato di abuso di ufficio, la seconda è la forte limitazione dell’uso delle intercettazioni da parte dei giornalisti, che non sarà consentito per parti stralciate dagli atti o che riguardino persone terze intercettate.

La norma sull’abuso d’ufficio è finita nel mirino delle opposizioni, e anche dell’Associazione nazionale dei magistrati, quella dell’intercettazioni nel mirino dei giornalisti. E Nordio, intervistato da SkyTg24, non ci sta: “Il magistrato non può criticare le leggi, come, secondo me, il politico non potrebbe criticare le sentenze – tuona – “Noi ascoltiamo tutti, avvocati, magistrati e accademici, ma poi è il governo che propone e il Parlamento che dispone, questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze”.

L’attacco del Movimento 5 Stelle

E a difendere l’intervento sull’abuso d’ufficio dagli attacchi politici, come quello del Movimento 5 Stelle, secondo cui “abolendo l’abuso d’ufficio e ridimensionando fortemente il traffico di influenze illecite – aggiungono – il governo sceglie di creare nuove sacche di impunità nei reati contro la PA, intaccando seriamente anche la lotta alla corruzione e portando l’Italia a violare fondamentali convenzioni internazionali ratificate dal nostro Paese” c’è perfino Michele Emiliano, dell’opposizione ma soprattutto amministratore locale, che ricorda: “Per l’abuso in atti d’ufficio, che punisce l’illegittimità di un atto amministrativo, viene condannata una persona su 100 indagate”.

La norma sulle intercettazioni invece prevede che non si potranno più pubblicare, se non sono contenute in uno dei provvedimenti dei giudici. Sarà anche vietato trascrivere le terze persone citate in una conversazione. La terza riforma riguarda l’arresto: prima di emettere un mandato di custodia cautelare, il pubblico ministero dovrà interrogare l’indagato per sentirne le ragioni.

(Redazione/9colonne)

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