Dl Siccità: l’Italia primo Paese a sperimentare le tecniche di evoluzione assistita (Tea)

Il fiume Po in secca a causa dell'assenza di precipitazioni e del grande caldo in località Polesine Parmense (Parma)
Il fiume Po in secca a causa dell'assenza di precipitazioni e del grande caldo in località Polesine Parmense (Parma), 23 giugno 2017. ANSA/SANDRO CAPATTI

ROMA. – La più grande innovazione introdotta dal decreto Siccità, trasformato definitivamente in legge questa mattina dal Parlamento… non era all’interno del decreto varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 6 aprile.  Al suo interno, un po’ in sordina, durante la prima lettura del Senato è stata però in seguito inserita una norma dalla portata potenzialmente enorme: la sperimentazione delle tecniche di evoluzione assistita in campo agricolo, le cosiddette Tea.

Una previsione confermata ovviamente anche dalla Camera, come del resto tutto il provvedimento nella sua interezza dal momento che il governo a Montecitorio ha posto la fiducia sul testo. La novità è stata introdotta tramite un emendamento presentato dal senatore Luca De Carlo, di Fratelli d’Italia, non nella discussione in aula ma direttamente in Commissione Ambiente.

La novità prevede una disciplina speciale fino al 31 dicembre 2024 per “l’autorizzazione all’emissione deliberata nell’ambiente di organismi prodotti con tecniche di editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenesi a fini sperimentali e scientifici”: così si chiama per esteso, in termini scientifici, l’evoluzione assistita. Dal 1 gennaio 2025, finita la sperimentazione, il Parlamento dovrà poi decidere se rendere definitiva l’approvazione delle Tea oppure porre fine alla sperimentazione.

L’Italia sarà il primo Paese in Europa a iniziare una sperimentazione sui Tea, e il direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), Qu Dongyu, si è già complimentato con il nostro Paese per l’iniziativa. “Le recenti alluvioni che hanno interessato il nord Italia – ha detto – dimostrano come per far fronte alla siccità così come alla sovrabbondanza di acqua servono infrastrutture necessarie a tutelare l’agricoltura”.

Il parere delle associazioni

Non tutti i pareri sulle Tea sono però favorevoli. Secondo le associazioni che si sono riunite nella coalizione “Italia libera da Ogm” (di cui fanno parte una trentina di ong tra cui WWF, Legambiente, Lipu e Slow Food), neanche le nuove tecniche genomiche sono una soluzione a siccità, malattie delle piante e carenza di cibo in diverse parti del mondo.

Secondo la coalizione infatti “il voto di questo emendamento è un vero autogol, con il pretesto dell’adattamento dell’agricoltura agli effetti del cambiamento climatico. Questo voto non fa altro che rafforzare un modello produttivo intensivo basato sull’illusione che la sola tecnologia possa risolvere i problemi causati dalle crisi ambientali di origine antropica”.

La coalizione parla apertamente di “nuovi Ogm” che non sono altro che “l’ennesimo strumento per rafforzare il potere di controllo e gestione delle filiere agroalimentari da parte delle multinazionali e delle potenti corporazioni agricole a danno degli agricoltori che, inconsapevolmente, sono oramai ridotti a bassa manovalanza funzionale agli ingenti profitti di pochi”.

(Redazione/9colonne)

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