Visco (Bankitalia): “Salario minimo possibile, il Pil crescerà nel 2023″

Il Direttorio della Banca d'Italia (S-D): il vice direttore generale Piero Cipollone, il direttore generale Luigi Federico Signorini, il governatore Ignazio Visco, la vice direttrice generale Alessandra Perrazzelli e il vice direttore generale Paolo Angelini durante la presentazione della Relazione annuale della Banca d'Italia a Palazzo Koch, Roma, 31 maggio 2023. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – Per Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, il salario minimo per legge può avere un ruolo nel mercato del lavoro. Nelle sue Considerazioni generali, le ultime prima della fine del suo mandato a ottobre, ha infatti spiegato che “come negli altri principali paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale”, parlando delle troppe situazioni lavorative e contrattuali irregolari e precarie che coinvolgono principalmente i giovani.

Il governatore si è concentrato anche sull’inflazione, rispetto alla quale ha dichiarato che le banche centrali sono state colte di sorpresa e hanno commesso “ampi errori di previsione”. Tuttavia, a suo giudizio, la risposta della Banca centrale è stata adeguata e va mantenuta il percorso di rientro progressivo. “Il ritorno dell’inflazione su livelli in linea con l’obiettivo sarà più rapido e meno costoso se tutti, imprese, lavoratori e governi, contribuiranno a questo fine”, ha assicurato.

Per quanto riguarda il Pil, ha affermato invece che “per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all’1%”, facendo notare inoltre che “nell’affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina, così come nell’uscita dalla pandemia, l’economia italiana ha mostra una confortante capacità di reazione”. In generale, per Visco il sistema bancario rimane “in condizioni sufficientemente buone”. “Lo scorso anno tutti i principali indicatori di bilancio si sono collocati su valori nell’aggregato soddisfacenti. In più casi sono migliorati – ha detto – ma l’incertezza sulle prospettive economiche richiede prudenza”.

Pnrr e questione demografica

Non sono mancate sue considerazioni sulla questione demografica e sul Pnrr. Nel primo caso, pesa il declino demografico: “Entro il 2040 la popolazione residente si dovrebbe ridurre di due milioni e mezzo di persone, quella tra i 15 e i 64 anni di oltre sei”, a fronte della quale è necessario “oltre che un allungamento dell’età lavorativa, un aumento del saldo migratorio”.

Sul fronte del Pnrr, resta la sfida da vincere nel breve termine sulla quale “non c’è tempo da perdere”. “Esso deve però essere parte di una più ampia strategia di lungo periodo per agevolare la trasformazione della nostra economia – ha spiegato Visco, invitando a proseguire il percorso delle riforme – Nei prossimi anni ogni eventuale aumento di spesa o riduzione di entrata, anche nell’ambito di riforme già annunciate quali quella del fisco o dell’autonomia differenziata, non potrà prescindere dall’identificazione di coperture strutturali adeguate e certe”.

Tuttavia, per il governatore di Bankitalia sono possibili miglioramenti del Pnrr, ma “nel perseguimento di eventuali modifiche bisogna però tenere conto del serrato programma concordato con le autorità europee. Al riguardo, un confronto continuo con la Commissione è assolutamente necessario, nonché utile e costruttivo”. In questo processo, l’invito di Visco è di evitare polemiche sterili e trovare, invece, il modo migliore per favorirne l’attuazione.

(Redazione/9colonne)

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