Inchiesta Covid, la procura di Brescia chiede l’archiviazione per Conte e Speranza

Nella foto d'archivio l'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l'ex ministro della Sanità Roberto Speranza. (ANSA)

ROMA. – La Procura di Brescia ha chiesto al Tribunale dei ministri di archiviare le posizioni dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, che erano indagati per omicidio colposo ed epidemia colposa nell’ambito dell’indagine della Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia durante la prima ondata di covid, nel febbraio 2020.

Conte e Speranza, insieme al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e al suo ex assessore alla Sanità Giulio Gallera, erano finiti nel registro degli indagati al temine di una inchiesta durata 3 anni, che si è avvalsa anche di una consulenza affidata al microbiologo Andrea Crisanti, che ha portato la Procura bergamasca ad affermare che la diffusione di Sars Covid-19 fu sottovalutata nonostante i dati a disposizione da settimane indicassero che la situazione a Bergamo, primo grande focolaio del virus, stesse precipitando.

“Questa non è giustizia, con questa richiesta è stata tradita per l’ennesima volta la memoria dei nostri cari e il loro sacrificio”: commentano così i familiari delle vittime del Covid19 dell’Associazione #Sereniesempreuniti. “Ricordiamo che la Procura di Bergamo, partendo anche dai nostri esposti, ha lavorato 3 anni a questa maxi indagine che coinvolge politici e funzionari a tutti i livelli. Le responsabilità accertate che hanno causato le morti dei nostri cari sono inconfutabili. Anche noi, con i nostri legali, da 3 anni ci battiamo per fare memoria e per ottenere la verità”.

La palla al Tribunale dei ministri

Ora toccherà al Tribunale dei ministri esprimersi: “la questione non è chiusa, confidiamo nella presa di coscienza di quanto accaduto, perché il Covid19 non è stato uno tsunami come ci vogliono far credere: molte morti si sarebbero dovute evitare e qualcuno è responsabile di ciò” aggiungono dal team dei legali (avvocati Consuelo Locati, Giovanni Benedetto, Luca Berni, Piero Pasini, Alessandro Pedone):

“Attendiamo la decisione del Tribunale dei Ministri e di capire le motivazioni della richiesta avanzata dalla Procura di Brescia soprattutto a fronte delle evidenze documentali contestualizzate in un’indagine di tre anni espletata in modo approfondito e coraggioso dalla Procura di Bergamo”.

“Come figlia di una vittima – conclude l’avvocata Locati – personalmente sento questa richiesta poco rispettosa, sotto il profilo squisitamente umano, della memoria delle vittime e dei familiari sopravvissuti che chiedono che la verità emerga all’esito di un procedimento in contraddittorio, come prevede peraltro un ordinamento democratico”.

(Redazione/9colonne)

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