Turchia, Erdogan rieletto: “I vincitori sono gli 85 milioni di cittadini”

Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, posa mentre vota al ballottaggio delle presidenziali.. EPA/MURAD SEZER / POOL

MADRID. – Pur costretto per la prima volta al ballottaggio, il padre-padrone della Turchia Recep Tayyip Erdogan al secondo turno ce l’ha fatta, ed è stato rieletto presidente per la terza volta: ad ufficializzare l’esito delle presidenziali è stato il Consiglio elettorale supremo del paese (YSK), quando nella notte gli ultimi dati non ancora definitivi davano il presidente uscente in vantaggio con il 52,14% dei voti contro il 47,86% del suo sfidante, Kemal Kilicdaroglu.

In un discorso nel quartier generale a Istanbul, Erdogan ha affermato che “gli 85 milioni di cittadini turchi sono i veri vincitori delle elezioni”. Di loro, spiega l’agenzia Anadolu, più di 64,1 milioni hanno votato, inclusi oltre 1,92 milioni che avevano già espresso la propria preferenza nei seggi elettorali all’estero. Anche l’Alleanza popolare di Erdogan ha ottenuto la maggioranza in parlamento.

“Nessuno ha perso oggi – ha spiegato Erdogan ai circa 135mila sostenitori scesi in piazza -. Il vincitore è la nostra nazione in tutti i suoi segmenti. Non siamo offesi o arrabbiati con nessuno, è giunto il momento di mettere da parte tutti i dibattiti e i conflitti riguardanti il periodo elettorale e unirci attorno ai nostri sogni nazionali”.

Erdogan nel suo discorso ha sottolineato due punti in particolare sul quale dovrà concentrarsi il suo prossimo mandato, la situazione economica e gli strascichi del disastro terremoto che ha colpito la parte orientale del paese al confine con la Siria. Circa il primo punto “non sono un contabile – ha spiegato Erdogan – ma penso che ci sia qualcosa che non va nei saldi contabili”.

I dossier sul tavolo di Erdogan

Circa il sostegno alle zone terremotate, terminate le elezioni, “dedicheremo tutto il nostro tempo e le nostre energie a lavorare, produrre opere e servire – ha spiegato il presidente – Dobbiamo guarire le ferite dei terremoti del 6 febbraio e connettere la nostra gente alla vita continuerà ad essere in cima alle nostre priorità. Non solo i nostri cuori, ma anche le nostre mani continueranno ad essere sulla zona terremotata”.

Congratulazioni a Erdogan sono arrivate da diverse parti del mondo, a partire dai leader dei paesi dei Balcani occidentali, vero ponte tra la Turchia e l’Europa: il presidente serbo Aleksandar Vucic per esempio si è rivolto a Erdogan dicendosi “fiducioso che rimarrai impegnato per il continuo sviluppo del tuo paese e il benessere dei suoi cittadini. In Serbia, non vediamo l’ora di rafforzare ulteriormente le nostre relazioni, basate sul rispetto reciproco e sull’amicizia”.

Anche il segretario generale delle Nazioni Unite si è congratulato con Erdogan e “non vede l’ora di rafforzare ulteriormente la cooperazione tra Turchia e Onu”. Questione migratoria, questione energetica, la stabilità della regione mediorientale e i rapporti con la Siria, ma anche il ruolo turco nei tentativi di mediazione tra Russia e Ucraina sono i principali tavoli sui quali la Turchia gioca e continuerà a giocare con Erdogan titolare un ruolo importantissimo a livello globale.

(Redazione/9colonne)

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