MADRID — Isabel Díaz Ayuso da una parte, la direzione del Partito Popolare dall’altra. La governatrice di Madrid ha intrapreso oggi una strada diversa da quella indicata dalla leadership nazionale della sua formazione rispetto alla polemica che ha alimentato maggiormente il dibattito politico di questa settimana, quello dei rapporti con l’Eta e con la sinistra radicale basca. “Bildu non è erede dell’Eta, è l’Eta”, ha detto in mattinata sostenendo di essere favorevole a rendere “illegale” questa formazione politica. Una posizione diversa rispetto a quella espressa dalla segretaria generale del suo partito, Cuca Gamarra, secondo cui “non ci sarebbero i presupposti” giuridici per prendere in considerazione questa ipotesi.
Le discussioni su Bildu si sono incendiate negli ultimi giorni, soprattutto dopo che un’associazione di vittime ha denunciato che nelle proprie liste elettorali per amministrative e comunali del 28 maggio erano state inserite 44 persone con condanne per legami passati con l’Eta. La questione è finita al centro delle dichiarazioni di esponenti di tutti i principali partiti, con il centrodestra particolarmente indignato da tale scelta politica e anche diversi rappresentanti della sinistra critici con il partito indipendentista basco, tra questi il premier Pedro Sánchez. “Ci sono cose che possono essere legali, ma non sono moralmente accettabili”, ha detto.
Successivamente, i sette candidati di Bildu con i casi giudiziari più gravi a loro carico hanno comunicato la decisione di rinunciare a partecipare alla contesa: un annuncio accolto favorevolmente sia da vittime sia da molti esponenti del mondo politico.
Ayuso, dal canto suo, si è presto schierata al fianco dei sostenitori delle soluzioni più drastiche per contrastare Bildu: allineandosi agli ultraconservatori di Vox, ha infatti sposato la tesi della necessità di dichiarare la formazione basca illegale.
E quando la polemica sembrava essere prossima a scemare, la governatrice madrilena ha rincarato la dose. “Eta è viva, è al potere”, ha dichiarato nel corso di un evento organizzato dall’agenzia di stampa Europa Press. “Vive grazie al nostro denaro, mina le nostre istituzioni, vuole distruggere la Spagna”, sostenendo che l’ipotesi di dichiarare illegale Bildu andrebbe almeno “valutata”.
Tale idea non combacia con la posizione espressa dalla Procura Generale, e riportata da vari media, secondo cui il partito basco è una “formazione politica democratica” e non si può dichiarare illegale. E anche la direzione nazionale del PP ha constatato tale stato delle cose. “Abbiamo consultato i nostri team giuridici, secondo i quali non ce ne sarebbero i presupposti”, ha detto Gamarra in dichiarazioni a cronisti.
Come riporta El País, le ultime parole di Ayuso hanno suscitato indignazione tra vittime dell’Eta. “È banalizzare allo stato puro”, ha affermato Consuelo Ordóñez dell’associazione Covite, aggiungendo poi che si tratta di dichiarazioni che “non rispettano i morti e i loro parenti”. Un duro attacco è arrivato anche dal socialista Javier Lambán, presidente uscente dell’Aragona e spesso critico di Sánchez per gli accordi con formazioni indipendentiste, che oggi ha tuttavia considerato “assolutamente miserabile, osceno e immorale” l’uso dell’argomento del terrorismo a cui, secondo lui, ha fatto ricorso il PP.
Redazione Madrid