Natalità, il Papa: “Centrale per futuro del Paese”. Meloni: “Una priorità per il governo”

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con Sua Santità Papa Francesco alla terza edizione degli Stati Generali della Natalità presso l'Auditorium della Conciliazione. (Ufficio stampa)

ROMA. – La seconda giornata degli Stati Generali della Natalità, la manifestazione che coinvolge, da ormai tre edizioni, istituzioni, imprese e mondo associativo in un dibattito sul tema del calo demografico in Italia, ha vissuto oggi il suo momento più importante con il coinvolgimento della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con la presenza sul palco di Papa Francesco. Meloni e Bergoglio sono saliti insieme sul palco, proprio all’inizio dell’evento, in una staffetta di prestigio, che ha visto l’intervento della Presidente del Consiglio precedere il discorso del Papa.

“Viviamo un’epoca nella quale parlare di natalità, di maternità e di famiglia, è diventato sempre più difficile – ha esordito Meloni, visibilmente emozionata per la presenza del Santo Padre -. A volte sembra quasi un atto rivoluzionario. Eravamo stati avvertiti che sarebbe arrivato un tempo nel quale avremmo dovuto batterci per dimostrare che le foglie sono verdi in estate o che due più due fa quattro.

Oggi bisogna avere coraggio per rivendicare, per sostenere cose che sono fondamentali per la crescita della nostra società. Ma il coraggio è una cosa che in questa sala non difetta. Allora, al coraggio delle idee deve corrispondere il coraggio delle azioni”.

Meloni tiene a sottolineare quanto l’azione del suo governo, sin dal suo insediamento, sia stata votata alla lotta al calo demografico e concentrata sui temi della famiglia: “Abbiamo fatto della natalità, e della famiglia, una priorità assoluta della nostra azione – dice appunto la premier-. Abbiamo dedicato alla natalità la titolazione di un ministero, e abbiamo collegato il tema della natalità con quello della famiglia e delle pari opportunità”. “È la sintesi di un programma di governo – prosegue – che vuole affrontare con determinazione le grandi crisi che l’Italia, e non solo l’Italia, affronta”.

La speranza, motore della crescita

Papa Francesco ha esordito raccontando un breve aneddoto sul suo incontro con una donna che, due settimane fa, alla richiesta di benedire il proprio cane, avrebbe indispettito il Santo Padre che le ha risposto: “Signora, ci sono tanti bambini che hanno fame, e lei con il cagnolino…”. “Queste sono scene del presente – ha commentato il Papa – ma se le cose vanno così, sarà l’abitudine del futuro, stiamo attenti!”.

Il discorso di Bergoglio si è poi concentrato sul tema della speranza, motore principale della crescita – demografica, economica, sociale – di un popolo. “Oggi mettere al mondo dei figli – sottolinea il Papa – viene percepito come un’impresa a carico delle famiglie. E questo, purtroppo, condiziona la mentalità delle giovani generazioni, che crescono nell’incertezza, se non nella disillusione e nella paura. Vivono un clima sociale in cui metter su famiglia si sta trasformando in uno sforzo titanico, anziché essere un valore condiviso che tutti riconoscono e sostengono”.

Il Papa avverte il pericolo di “esistenze” sempre più “solitarie”, in cui ognuno è abbandonato alle proprie responsabilità e fatiche, “con la conseguenza che solo i più ricchi possono permettersi, grazie alle loro risorse, maggiore libertà nello scegliere che forma dare alle proprie vite. E questo è ingiusto, oltre che umiliante”.

I giovani sono coloro che sperimentano maggiormente il senso di precarietà e fragilità della società contemporanea: “Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali. Sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”.

(Redazione/9colonne)

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