Spagna, Belarra: la politica UE sui migranti non deve essere quella di Meloni

La ministra Ione Belarra

MADRID — Distanza netta. È quella che separa almeno una parte del governo spagnolo da quello italiano in materia di politiche migratorie. Oggi, prova evidente di questo è arrivata da dichiarazioni di Ione Belarra, ministra dei Diritti Sociali e leader di Podemos. “La politica migratoria dell’Unione Europea non può essere e non deve essere quella di Orban e di Meloni”, ha detto a Madrid in chiusura del primo ‘Congresso internazionale delle famiglie vittime delle frontiere’, organizzato dal collettivo Caminando Fronteras. “Una politica migratoria umana è possibile, così come lo è stato gestire umanamente la crisi economica”, ha aggiunto. 

Belarra non è la prima esponente del governo spagnolo a mettere in chiaro di sentirsi politicamente molto lontana dal governo italiano di Giorgia Meloni. Anche se, per quanto riguarda la questione migratoria, i membri più direttamente coinvolti nelle decisioni in merito — come il premier Pedro Sánchez o il ministro dell’Interno Fernando Grande Marlaska (entrambi socialisti) — si sono sinora guardati bene da prese di posizione troppo esplicitamente contrarie rispetto alle tesi sostenute negli ultimi mesi da Roma.

La altresì leader di Podemos, invece, non ha avuto peli sulla lingua. Alla conferenza di Caminando Fronteras, incentrata sul dramma dei migranti dispersi lungo le rotte di entrata in Europa e delle loro famiglie, Belarra è stata dura con la politica migratoria promossa da Paesi come l’Italia e l’Ungheria, governati da formazioni politiche di destra. Ma nelle sue critiche è andata più in là.

“Il governo spagnolo dovrebbe affrontare una riflessione profonda sulla propria politica migratoria e anche su quella dell’Unione Europea nel suo insieme”, ha detto. “O qualcuno pensa che, se ci fosse l’opzione di pagare 800 euro per un biglietto aereo Dakar-Madrid, qualcuno preferirebbe spenderne migliaia per rischiare la vita su un barcone?”.

A detta di Belarra, le priorità dell’Unione Europea devono essere questioni come l’articolazione “di vie legali e sicure per spostarsi”, “un corpo di salvataggio marittimo europeo” e “il rispetto dei diritti umani”. Parole che arrivano anche mentre nel Paese iberico infiamma la campagna elettorale pre-amministrative e comunali del prossimo 28 maggio.

Poco prima che parlasse la ministra, diversi parenti di persone scomparse lungo tragitti migratori avevano raccontato le difficili esperienze vissute nella ricerca dei familiari di cui si sono perse le tracce.

A inizio aprile, Sánchez aveva fatto tappa a Roma nel corso del suo “tour” europeo di preparazione della presidenza spagnola dell’UE, riunendosi con Meloni per un vertice bilaterale a Palazzo Chigi. In quell’occasione, i due leader mostrarono un certo livello di sintonia sulla questione migratoria, prioritaria sia per l’Italia sia per la Spagna.

“Dobbiamo arrivare ad accordi, ad esempio per ottenere un nuovo Patto sulle migrazioni e sull’asilo, e quindi io devo recarmi nelle capitali europee per cercare di costruire ponti”, aveva poi detto il premier iberico giorni dopo in Parlamento in risposta a un deputato che l’aveva criticato per la posizione mantenuta dopo quell’incontro. “Sul piano ideologico”, aveva però anche aggiunto, tra lui e la prima ministra italiana ci sono “anni luce” di distanza.

Redazione Madrid

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