Vimini: “Anche Madrid nella promozione di ‘Pesaro, Capitale della Cultura Italiana 2024′”

Daniele Vimini, vice sindaco di Pesaro e Assessore alla Bellezza-Vivacità

MADRID – L’obiettivo del suo viaggio? Promuovere “Pesaro, Capitale della Cultura Italiana 2024”. Con questa iniziativa si vuole far conoscere Pesaro, la sua provincia e la regione Marche, attraverso un viaggio che permetta esplorarne la cultura e il rapporto tra essa e la natura, mostrando anche quegli aspetti che spesso il turista non riesce a percepire.

Nei giorni scorsi è stato a Madrid Daniele Vimini, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura di Pesaro. Lo abbiamo incontrato in “Plaza Mayor”, icona della Madrid di ieri e di oggi e meta inevitabile del turismo di massa. Seduti ad un tavolinetto, sotto l’inclemenza del caldo sole “madrileño”, Vimini ha illustrato l’importanza dell’iniziativa per la promozione della sua città come polo di attrazione culturale e turistico.

– A Madrid – ha commentato -, abbiamo incontrato la responsabile dell’Istituto Italiano di Cultura, la dottoressa Marialuisa Pappalardo. Abbiamo scambiato idee circa la miglior strategia per la promozione della città a partire, come stiamo facendo da anni, dal “Rossini opera Festival”.

Vimini, che oltre ad essere assessore alla Cultura di Pesaro è anche il presidente del “Rossini Opera Festival”, ha spiegato che è stato deciso “di promuovere la sua città a ‘Capitale italiana della Cultura 2024’ in particolare in quei paesi, in quelle capitali da cui proviene la stragrande maggioranza del pubblico del Festival”.

– Ovvero – ha precisato -, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Spagna e Stati Uniti. Siamo a Madrid – ha continuato – anche per una visita al “Museo Nacional del Prado”. Uno dei nostri quadri, “La caduta dei giganti”, è presente nella mostra dedicata a Guido Reni, inaugurata recentemente.

Con i responsabili del prestigioso museo “madrileño”, Vimini ha valutato la possibilità di far arrivare un’opera di Guido Reni dal Prado ai Musei Civici di Pesaro. È infatti in programma lì una mostra collettiva che coinvolgerà i principali musei d’Europa.

– Abbiamo visitato il “Salone Gourmet” – ha proseguito -,  perché è uno dei punti di riferimento della gastronomia di qualità e della cultura del cibo. Il tema “Gourmet” – ha puntualizzato – è molto legato a Rossini. Questi, oltre ad essere un grande musicista, era anche un raffinato Gourmet. Oggi sarebbe stato quasi un “testimonial”. Pensiamo che possa diventare parte importante di una narrazione che abbia la cultura gastronomica come nucleo; un aspetto che unisce sicuramente l’Italia e la Spagna.

Vimini ha raccontato che Rossini era legato alla Spagna per vari motivi: “aveva avuto modo di stringere tante amicizie ed era molto apprezzato dal re e dalla sua corte”. Tant’è così che, ha proseguito l’assessore col suo racconto, “un banchiere si fece accompagnare da lui, per conquistare le simpatie del sovrano ed ottenere l’appalto per la realizzazione di un tratto di ferrovia”.

La collaborazione

dei marchigiani in Spagna

Ci accompagna Silvia Giorgi, presidentessa dell’Associazione Marchigiani in Spagna. La sua presenza non è stata casuale. Infatti, come ha confessato Vimini, la presenza di una associazione di corregionali nel territorio rappresenta una grossa ricchezza.

Il Vice Sindaco con Silvia Giorgi, presidentessa dell’Associazione Marchigiani in Spagna

– Da parte nostra – ha sostenuto -, possiamo contribuire alla sua crescita e fare in modo che sia il primo amplificatore di quello che vogliamo diffondere di Pesaro e delle Marche. Non solo per ciò che riguarda il tema del turismo di ritorno ma – ha tenuto a chiarire – anche per altri aspetti come, ad esempio, la gastronomia. Si può lavorare assieme per creare momenti importanti.

– Avete avuto esperienze nell’organizzazione di eventi di questo tipo?

La risposta, anticipata da un movimento affermativo del capo, è stata un convinto “sì, sì…”. Poi, dopo una pausa, ha precisato:

– La palestra più importante è stata, nel 2018, la commemorazione dei 150nt’anni dalla morte di Rossini, un evento internazionale che abbiamo coordinato con la collaborazione della rete del ministero degli Esteri. Abbiamo toccato molti Istituti italiani di Cultura e Ambasciate per raccontare Rossini 150 anni dopo, includendo anche il filone gastronomico. Molti eventi legavano la realizzazione di spettacoli musicali o, addirittura, opere in formato ridotto come “Il barbiere di Siviglia”, a momenti di promozione dei prodotti pesaresi e marchigiani. È stata una rete di iniziative che ha viaggiato un po’ in tutto il mondo. Ora, unendo la “Capitale della Cultura” con Rossini, vorremmo poterci dedicare alla Spagna. Considero che forse è un paese che abbiamo trascurato… anche prima della pandemia…

IIC-Madrid

e “Rossini Opera Festival”

 La “Plaza Mayor” è un permanente viavai di persone. Solo il loro modo di vestire, di camminare, di guardarsi attorno con fare curioso e a volte smarrito o il gesto sicuro e deciso nel trascinare i trolley che traballano sui ciottoli che ricoprono la piazza o gli zainetti gonfi sulle spalle, sono particolari che distinguono il residente dal turista, chi si gode una pur breve vacanza da chi invece ha impegni di lavoro. Chiediamo a Vimini se abbia idea di quanti possano essere i marchigiani, e in particolare i pesaresi, residenti in Spagna.

– È difficile dirlo – ammette -. Abbiamo la percezione di quanti operano a un alto livello professionale. Sono una ventina circa; professionisti che metteremo in contatto con l’associazione. Svolgono ruoli importanti in seno a grandi aziende legate soprattutto all’ambito dell’informatica o della comunicazione. Quindi, volevamo intrecciare un po’ le ricerche e soprattutto creare questo tipo di rapporti, sia su Madrid che sul resto della Spagna.

– All’inizio della conversazione, avete accennato ad un incontro con la Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura. Di cosa avete parlato? Quali progetti pensare che si possano  organizzare insieme?

– Abbiamo parlato di un’eventuale presentazione della prossima edizione del “Rossini Opera Festival” – ha affermato -. Insomma, esplorare la possibilità di esibirlo annualmente a Madrid come, ad esempio, già fanno l’Arena di Verona e il Teatro La scala di Milano. Si potrebbe presentare con un concerto o una conferenza. Abbiamo affrontato anche il tema gastronomico. Vorremmo portare a Pesaro, coinvolgendo anche l’Associazione Marchigiani in Spagna, un po’ della cultura spagnola, della loro tradizione culinaria. Per esempio, le “tapas”, a supporto dei bar e dei piccoli locali. Naturalmente, usando nostri prodotti.

Ha commentato che si sta lavorando su questo progetto, con uno sguardo rivolto a “Pesaro, Capitale Culturale Italiana 2024”. Considera che, una volta consolidata, questa tradizione tipicamente spagnola potrebbe entrare a far parte “dell’offerta culturale e gastronomica di Pesaro e in generale delle Marche”, sempre ponendo l’accento sui prodotti tipici regionali. Ha quindi proseguito:

– Abbiamo anche chiesto all’Istituto Italiano di Cultura di aiutarci a fare conoscere un concorso, cui vorremmo dare una proiezione internazionale. È rivolto agli Istituti Alberghieri. È giunto alla sua terza edizione ed è legato alla figura di Rossini.

Si tratta del “Gioachino Rossini Grand Gourmet”. L’iniziativa è orientata allo studio, alla valorizzazione dell’aspetto “gourmand” di Rossini. Una maniera per rendere tributo al celebre musicista che era anche un amante della buona cucina. Gli studenti delle scuole alberghiere si sfidano in una gara di gusto, per ricreare sapori e aromi prettamente rossiniani.

Afferma che spera di poter presentare la nuova edizione del concorso “a novembre, durante la settimana della cucina italiana nel mondo, con l’aiuto dell’Istituto, la collaborazione dell’Ambasciata e coinvolgendo anche la Camera di Commercio Italiana per la Spagna”.

– La premiazione avverrà a marzo – spiega -. I vincitori potrebbero venire a raccontare i loro piatti al “Salon Gourmet”. Stiamo anche guardando con interesse alla manifestazione “Passione Italia” che si tiene qui a giugno. Probabilmente, insieme all’Associazione Marchigiani in Spagna, cercheremo di contare su una prima presenza.

– Conciliare gastronomia e produzione alimentare con la cultura. Come pensate che si possano promuovere all’estero i prodotti regionali nell’ambito di un’azione culturale?

– Intanto – ha spiegato -, unendo i due pubblici, quello interessato all’Opera e quello, invece, attratto dalla gastronomia e viceversa. È questa un’idea molto rossiniana. I saloni del sabato sera di Rossini a Parigi erano non solo il luogo dove il mondo del giornalismo, della cultura, dell’arte si ritrovava ma anche una vetrina straordinaria di prodotti. Duecento anni dopo vorremmo riprendere quella tradizione, conservando lo spirito con cui nacque. L’opera era la musica leggera dell’epoca.

– E come pensate che si possa sposare questa iniziativa con il turismo di ritorno di cui tanto si parla?

Il riferimento immediato è stato a quella che ha chiamato “l’Italia minore”

– Cioè – ha tenuto a precisare – quell’Italia che è fuori dai circuiti tradizionali: Roma, Venezia, Napoli, eccetera. L’Americano difficilmente fa il primo viaggio per recarsi ad una città fuori dal circuito del turismo tradizionale. Non è così quando si parla di turismo europeo… è un discorso che si potrebbe approfondire.

– Il giovane di origini italiane che vive oltreoceano forse preferirebbe il borgo, con le sue semplici ma genuine bellezze, se gli si offrisse un “plus”. Ad esempio, contenuti culturali mirati: un festival musicale, una rassegna teatrale, un concorso cinematografico alternativo…

 – Con l’America Latina si potrà fare anche un lavoro specifico – ha ammesso -. Le Marche sono abbastanza ben strutturate, avendo tantissimi marchigiani in Argentina, in Brasile, in  Venezuela. Sarà un lavoro che proveremo a fare coinvolgendo la regione. Le città più piccole hanno un motivo in più per farsi conoscere.

Ha commentato che “Pesaro è una città di 90 mila, quasi 100.000 abitanti”.

– È piccola – ha ammesso -, ma non tanto come un borgo. Ha le dimensioni giuste per piacere a persone diverse. C’è un turismo legato al “Festival di  Rossini”. C’è poi la “Mostra internazionale del nuovo cinema”. È la seconda più antica d’Italia dopo quella di Venezia. Ha un pubblico molto giovane ed anche molto internazionale. Nacque negli anni ‘60, per raccontare le cinematografie del mondo che non si sarebbero mai viste attraverso i canali tradizionali. Ospitiamo il “Popsophia” anche questo molto frequentato dai giovani. Da due anni abbiamo anche l’“UlisseFest”. E la “Festa del Viaggio e del viaggiatore”. È organizzato da “Lonely Planet. Rappresenta un momento di riflessione sulle mete, sulle modalità e il tipo di turismo. Vi assistono fotografi, scrittori, giornalisti che mettono il viaggio al centro del dibattito.

Le tante difficoltà

dei piccoli borghi

Ha commentato che, per quanto riguarda i borghi più piccoli, spesso le difficoltà derivano dalla loro ridotta capacità di spesa. In altre parole, possono investire meno ed hanno anche una minore quantità di strutture

Piazza del Popolo (Pesaro)

– L’Italia, negli anni scorsi – ha ammesso –  ha fatto un errore nel togliere alle province la possibilità di investire in cultura e turismo. È una competenza che è stata trasferita alle regioni. Prima, la provincia aiutava il Comune di 2000 abitanti, con un borgo molto bello, ad organizzare ed ospitare Festival Internazionali. La regione ci prova, ma è più lontana. È un organismo legiferante più che di gestione.

– Tanti bei borghi, ma anche il problema di difenderli dal turismo di massa…

– Certo – ha condiviso – il tema è anche quello. Qualità del turismo; turismo sostenibile. Alcune zone d’Italia hanno avuto un po’ troppa esposizione turistica…  un turismo di massa in alcuni luoghi non lo puoi portare. Puoi alzare il livello qualitativo delle proposte culturali, dell’accoglienza gastronomica, delle strutture dove dormi, delle esperienze che puoi fare…

– Conciliare turismo e ambiente…

– La Puglia fino a vent’anni fa era quasi sconosciuta – ci ha detto -. Ora ospita turismo quasi di massa che chiaramente esige anche maggiori risposte.

– Economicamente può essere una ricchezza ma le ricchezze naturali vanno protette…

– Noi, nel nostro piccolo – ha spiegato -, abbiamo problemi di overbooking e di sovraffollamento nel periodo estivo. Il clima, anche a causa del riscaldamento globale, sta cambiando, sta diventando molto più gradevole, almeno per il momento. Tra trent’anni sarà un problema. Noi puntiamo sulla cultura come elemento che può portare turismo di qualità tutto l’anno.

Per concludere, ci ha anticipato una iniziativa alla quale, anche senza dirlo espressamente, è evidente che ci tiene tanto: la creazione di una Fondazione dedicata a Dario Fo e Franca Rame.

– Nel 2026 si commemorano i cent’anni dalla nascita di Dario Fo e nel 2029, i 100 anni dalla nascita di Franca Rame – ha segnalato -. La Fondazione si sta stabilendo a Pesaro, a Rocca Costanza che sarà sede dell’archivio di Stato ed anche di tutto l’archivio e la produzione di Dario Fo e Franca Rame. È un progetto molto grande, realizzato anche grazie alla fiducia che ripose in noi il ministro Franceschini che lo scelse, in accordo con la famiglia che chiedeva di legarsi a Pesaro, anche per la sua storia teatrale.

Mauro Bafile

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