Ucraina: si “combatte” anche sul 9 maggio, Mosca sfoggia l’aereo dell’apocalisse

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu saluta le truppe nella sfilata della Piazza Rossa.
Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu saluta le truppe nella sfilata della Piazza Rossa. (Photo by Alexander NEMENOV / AFP)

MADRID. – Il conflitto tra Russia e Ucraina, oltre che sul terreno, continua ad essere combattuto anche nel campo dei simboli. In tal senso va inquadrato l’annuncio odierno della presidenza di Kiev in merito al fatto che il paese invaso rinuncerà a qualsiasi commemorazione della vittoria sulla Germania nazista il 9 maggio, in quella che è una delle più sentite ricorrenze russe, per anticiparla di 24 ore. Come ha spiegato lo stesso Zelensky, il paese celebrerà infatti tale ricorrenza l’8 maggio così come fa “il mondo libero”.

Va a tal punto ricordato che i paesi occidentali celebrano l’anniversario della resa tedesca in tale data, mentre Mosca ha sempre mantenuto la data del 9 a causa di una differenza di fuso orario: la capitolazione del Terzo Reich venne firmata con gli Alleati il 7 maggio 1945 ed entrò in vigore il giorno dopo. L’Armata Rossa combatteva a Berlino, e Stalin volle rivendicare quello che considerava il contributo decisivo dell’Urss nella sconfitta di Hitler con una capitolazione che i tedeschi dovevano consegnare ai russi.

L’ammiraglio Keitel firmò la resa al maresciallo Gheorghy Zhukov la sera dell’8 maggio 1945, quando a Mosca a causa della differenza del fuso orario era già il 9. Zelenky ha inoltre specificato che il 9 maggio sarà consacrato a celebrare la “Festa dell’Europa”, aggiungendo che “la Russia sarà sconfitta come lo fu il nazismo nel 1945”.

Le reazioni russe

Tale annuncio non poteva che provocare aspre reazioni da parte di diversi esponenti dell’establishment russo. “La decisione è vile, ma prevista. Il Giorno della Vittoria è una festa degli eredi dei vincitori che rimangono fedeli alla memoria dei loro antenati – ha scritto su Telegram Sergey Aksyonov, Capo della Repubblica di Crimea -. Questa è una festa di tutti, compreso il popolo ucraino, che, insieme ai russi e ad altri popoli dell’Unione Sovietica, ha spezzato la schiena del nazismo.

Questa grande festa non ha nulla a che fare con le relazioni di potere di Bandera. Non sono vincitori, ma eterni perdenti – sia allora che oggi. Il Giorno della Vittoria non è il loro valore. E tutti sanno molto bene a quali valori disgustosi dell’Europa moderna il regime nazista” di Kiev “vuole aderire”.

Non poteva mancare il commento del vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitry Medvedev: “Ricordo ai cittadini dei paesi che ora stanno combattendo contro la Russia: più di un milione di soldati sovietici hanno dato la vita per la pace e la libertà dal fascismo in Europa – ha scritto Medvedev -.  Purtroppo l’Europa di oggi e i suoi miserabili leader hanno la memoria molto corta. Ma ricorderemo sempre gli eroi della Seconda Guerra Mondiale. Il nostro Paese ha sradicato il fascismo nel 1945. Non c’è dubbio che oggi in Europa schiacceremo il mostruoso neo-nazismo di Bandera”.

La Parata della Vittoria

Intanto, ha spiegato questa mattina il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, continuano i preparativi per la Parata della Vittoria di domani sulla Piazza Rossa. Peskov non si è però dilungato a fornire particolari al riguardo. Va detto che nonostante la tensione che si percepisce attorno all’evento soprattutto dopo il recente e controverso attacco di droni contro il Cremlino, le prove generali dell’evento che si sono svolte il 3 maggio hanno mostrato che Putin non intende rinunciare a mettere in scena il solito sfoggio di potenza per mostrare tanto al mondo che ai propri cittadini che “l’orso” ha ancora unghie affilate.

Questa giornata commemorativa è infatti essenziale per il Paese. Secondo l’istituto di sondaggi Vtsiom, il 69% della popolazione la considera la festa più importante dell’anno. Ma anche se i preparativi non hanno mostrato nessun cambiamento di rilievo rispetto agli anni precedenti, e il ministro della Difesa Sergei Shoigu abbia annunciato commemorazioni sul modello di quella moscovita in 28 città russe, celebrazioni che “coinvolgeranno quasi 65.000 persone, circa 2.400 sistemi d’arma e più di 460 velivoli” appare altresì inevitabile una leggera riduzione del volume delle attrezzature per la difesa che scenderanno nelle piazze, sicuramente dovuta alla mobilitazione e alle molteplici perdite subite in Ucraina.

In cifre, il Cremlino avrebbe ridotto di quasi il 35% il consueto numero di uomini e mezzi previsti per la parata, come ha analizzato lo specialista della Difesa Craig Hooper sulla rivista americana Forbes. Nel 2021, più di 12.000 uomini e 190 veicoli afferenti a 35 diversi sistemi d’arma avevano sfilato davanti a funzionari, veterani e semplici cittadini. Quest’anno, nella Piazza Rossa saranno in scena solo 131 veicoli, riconducibili da 25 diversi sistemi d’arma.

L’esercito russo, che ha perso più di 600 carri armati in Ucraina, “apparentemente non è in grado di trovare 10 carri armati T-80 disponibili per la parata”, spiega Hooper. In volo sono attesi 77 aerei da combattimento sopra la Piazza Rossa, annuncia la Tass: un dato consueto, se non fosse per la presenza di aerei “non comuni”, come i MiG-29SMT e i Su-24MR. Colpisce però l’imprevista assenza del Su-34.

Da sottolineare infine che protagonista della sfilata sarà “l’aereo dell’apocalisse”, visto mercoledì nel cielo della Russia. Il messaggio è chiaro: questo Ilyushin IL-80 dovrebbe ospitare Vladimir Putin in caso di conflitto nucleare, in quanto da questo velivolo il leader supremo sarebbe in grado di dirigere le operazioni militari.

(Redazione/9colonne)

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