Primo ok in Senato alla norma anti-ritardi nelle indagini sulle violenze contro le donne

Panoramica dell'Aula del Senato nel corso delle votazioni al ddl sulla tutela vittime violenza di genere,.
Panoramica dell'Aula del Senato nel corso delle votazioni al ddl sulla tutela vittime violenza di genere,.ANSA/MAURIZ IO BRAMBATTI

ROMA. – Il Senato ha approvato il disegno di legge concernente i poteri del procuratore della Repubblica nei casi di violazione dell’articolo 362, comma 1-ter, del codice di procedura penale in materia di assunzione di informazioni dalle vittime di violenza domestica e di genere.

Il testo passa alla Camera. Erika Stefani, della Lega, nell’illustrare il provvedimento, ha ricordato che Il termine dei tre giorni per l’ascolto della persona offesa è stato introdotto dal cosiddetto Codice Rosso, che ha inteso riservare ai procedimenti per delitti di violenza domestica e di genere un trattamento preferenziale connotato dalla massima celerità nella valutazione delle denunzie al fine di garantire una tempestiva tutela alle vittime.

Il codice rosso ha imposto al pubblico ministero di ascoltare la persona offesa, o assumere informazioni da chi ha denunciato tali fatti, entro tre giorni, tuttavia nella prassi tale termine risulta spesso disatteso. Il provvedimento si propone quindi di ovviare all’eventuale inerzia del pubblico ministero designato, prevedendo il tempestivo intervento della autorità giudiziaria superiore.

La legge introduce una nuova ipotesi di avocazione delle indagini preliminari da parte del procuratore generale presso la Corte d’appello quando il pubblico ministero – nell’ipotesi in cui si proceda per delitti di violenza domestica o di genere – non assuma, entro il termine di tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, informazioni dalla persona offesa o da chi ha presentato denuncia, querela o istanza.

Il provvedimento prevede anche che la segreteria del pubblico ministero debba trasmettere ogni settimana al procuratore generale una serie di dati relativi ai procedimenti per i delitti di violenza domestica nei quali non sono state assunte informazioni dalla persona offesa e da chi ha presentato denuncia, querela o istanza entro il termine di tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato.

Secondo Stefani “il voto di oggi è un passo importante per rafforzare il sistema inaugurato dal Codice rosso e prevenire le violenze di genere. Una donna deve essere ascoltata entro 3 giorni dalla denuncia per poterla tutelare. Con l’approvazione del ddl della collega Giulia Bongiorno interveniamo sulla disapplicazione della norma che prevedeva tale termine, intervenendo se il Pm non lo rispetta con la revoca dell’assegnazione del procedimento. Mai più donne sole, in balia del loro carnefice”.

Il Partito democratico si è però astenuto, parlando, con Valeria Valente, di “norma propaganda”: in pratica “la strada era secondo noi metterci soldi e risorse e investire sulla formazione delle forze dell’ordine. Non tutte le donne vogliono essere ascoltate dal Pm entro 3 giorni dalla denuncia di violenza, molto spesso la donna non se la sente di rivivere il trauma della violenza. Molto spesso incalzare le donne può minare addirittura l’esito del procedimento, perché mina la credibilità del racconto che quella donna fa contro la sua volontà, con uno stato emotivo importante”.

(Redazione/9colonne)

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