Ucraina: ferito l’inviato di Repubblica Corrado Zunino, ucciso l’interprete

Corrado Zunino giornalista di Repubblica, rimasto ferito durante l'attacco di un drone a Kherson, NPK Twitter / Corrado Zunino

ROMA. – Corrado Zunino, importante penna della Repubblica, inviato in Ucraina, è rimasto ferito il 26 aprile alle porte di Kherson, sull’Antonivskji Bridge, dopo che l’auto su cui viaggiava con il suo fixer è stata colpita. A spiegarlo è proprio il quotidiano, sul proprio sito internet, aggiungendo che “Corrado è stato assistito e ricoverato all’ospedale civile di Kherson, per una ferita alla spalla. E’ rimasto ucciso invece il suo interprete ucraino Bogdan Bitik.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un tweet, fa sapere che Zunino “sta bene ed è seguito dalla nostra ambasciata a Kiev. Sono insieme al ministro Kuleba che ha assicurato la piena collaborazione delle autorità ucraine. Ho informato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed espresso solidarietà e sostegno al direttore Molinari. Seguiamo eventuali sviluppi”.

Il medico militare: “Abbiamo tanti feriti, li riporteremo al fronte”

I soldati feriti nella zona di quella che il Cremlino insiste nel definire “operazione militare speciale” “devono ricevere cure mediche di alta qualità in modo che la maggior parte di loro possa tornare in servizio e svolgere nuovamente missioni di combattimento al fronte, come è avvenuto durante la Grande Guerra Patriottica”, ovvero la Seconda guerra mondiale. Così, senza tanti giri di parole, il capo del Centro di addestramento russo “Kalashnikov” degli specialisti di “medicina tattica” Artyom Katulin.

“È noto che la Grande Guerra Patriottica fu vinta dai feriti: il 70% dei nostri soldati feriti fu rimesso in servizio. Alla fine del 1945, 15 milioni di persone combatterono nell’esercito sovietico, cioè il 70%, una percentuale davvero impressionante. Anche adesso abbiamo un gran numero di feriti, ed è importante e necessario riportarli al fronte”, ha detto.

Parlando dei principali tipi di ferite che i soldati russi riportano oggi in Ucraina, il medico militare ha risposto che il 90% delle lesioni sono provocate dalle schegge. “Colpiscono sulla testa, sul collo, sugli arti, ci sono pochissime ferite da arma da fuoco. Sì, i nostri combattenti sono protetti da ‘armature’, ma con i calibri esistenti la loro presenza non è garanzia di invulnerabilità. Oggi parliamo principalmente di calibri a partire da 152, 155 mm, e così via. Il nemico ha molta artiglieria, tutti i tipi di munizioni guidate e non guidate e droni”.

Il Centro di formazione per la medicina tattica del Kalashnikov esiste da più di 5 anni. Gli specialisti dell’organizzazione addestrano i dipendenti delle forze dell’ordine e dei civili russi, compresi i giornalisti che lavorano in aree a rischio, nelle manovre di primo soccorso e formano anche istruttori in medicina tattica.

Primo colloquio telefonico tra Xi e Zelensky

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reso noto di aver avuto il primo contatto telefonico diretto con il presidente cinese Xi Jinping dall’inizio dell’invasione russa. “Ho avuto una lunga e significativa telefonata con il presidente cinese Xi Jinping. Credo che questa telefonata, così come la nomina dell’ambasciatore ucraino in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha detto Zelensky.

I due leader, a quanto si apprende, si sarebbero scambiati una serie di opinioni sulla crisi ucraina. Da parte sua, Xi ha ribadito il sostegno della Cina ai colloqui di pace, considerati “l’unica via percorribile” anche perché “nessuno uscirebbe vincitore” nel caso la situazione degenerasse provocando un conflitto combattuto con le armi atomiche. In tale ottica, Xi ha affermato che la Cina invierà un inviato speciale in Ucraina e in altri paesi per aiutare a condurre “confronti approfonditi” con tutte le parti per giungere a una soluzione politica della crisi.

Della telefonata ha parlato anche il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying per il quale la Cina “è coerente e chiara nella sua disponibilità a sviluppare relazioni bilaterali con l’Ucraina. Le due parti devono portare avanti la tradizione del rispetto e della sincerità reciproci e portare avanti il partenariato strategico Cina-Ucraina.

Sulla crisi ucraina, la Cina è sempre dalla parte della pace. La sua posizione centrale è quella di facilitare i colloqui per la pace. La Cina non ha creato la crisi ucraina, né è parte della crisi. In qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e del suo status di grande paese responsabile, la Cina non se ne starebbe a guardare, né aggiungerebbe benzina sul fuoco, tanto meno sfrutterebbe la situazione per guadagni personali”.

(Redazione/9colonne)

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