Mattarella: “Il mondo è un’unica comunità, guerre e diritti negati sono fuori dal tempo”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2022-2023 dell'Università degli Studi di Ferrara.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2022-2023 dell'Università degli Studi di Ferrara. (Ufficio stampa Presidenza della Repubblica)

ROMA. – Le guerre di aggressione, come quella in corso da più di un anno in Ucraina per mano della Russia, sono “fuori dal tempo”. I problemi dell’Iran e dell’Afghanistan che riguardano “l’intera comunità mondiale”, la necessità di “affrontare gli scenari in arrivo” a livello globale. E di conseguenza, riportando il discorso sul mondo dell’istruzione, l’importanza di un progetto come l’Erasmus, che non deve vedere chiusure.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prende la parola nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’Anno accademico 2022-2023 dell’Università degli Studi di Ferrara, tra le più antiche e prestigiose del mondo, e sottolinea l’estrema interconnessione delle vicende geopolitiche globali con quelle nazionali, avvertendo gli studenti: “vi sono elementi di profonda diversità nelle varie zone del mondo.

Queste differenze, un tempo, venivano assorbite all’interno dei territori locali, in sede locale, in ampie, grandi regioni, ma dentro ciascun continente, separatamente in ogni continente. Non è più così, perché il mondo è diventato un’unica comunità, sempre più stretta, interconnessa, sempre più raccolta al proprio interno”.

Le sfide da affrontare

Proprio per questo, “in tutto il mondo, le Università sono chiamate a elaborare riflessioni adeguate alle condizioni che abbiamo, ai mutamenti che vi sono, agli scenari nuovi. Scenari che fanno comprendere come siano fuori dal tempo e dalla storia comportamenti da potenza dei secoli scorsi, che conducono a guerre di aggressione per annettere territori, o a competizioni accanite su aspetti marginali”.

Scenari che fanno dire a Mattarella che “quello per le lotte e le sofferenze delle donne in Afghanistan e in Iran, citate dalla Rettrice prima di lui, “non è un pensiero a Paesi diversi, lontani. È una sottolineatura della mancanza di libertà e di diritti di persone che appartengono alla nostra stessa comunità: la comunità mondiale, sempre più stretta, sempre più intensamente correlata al proprio interno”.

E nel prendere atto di come il mondo sia una comunità unica, bisogna anche considerare come “quelle differenze di tendenze demografiche e di distribuzione di benessere e di ricchezza non si esauriscono assorbendosi dentro l’ambito locale, ma hanno contraccolpi inevitabili in ogni parte del mondo. E lo registriamo ogni giorno. Se pensiamo che tra venti, trent’anni l’Africa avrà una popolazione che sarà tre-quattro volte quella dell’intera Europa, ci rendiamo conto di come questi siano gli scenari che vanno affrontati”.

(Redazione/9colonne)

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