Vinitaly, Meloni: “Ragioniamo sul liceo del Made in Italy”

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una foto d'archivio dell'Ufficio Stampa.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una foto d'archivio dell'Ufficio Stampa.

ROMA.- “Ai ragazzi viene detto spesso che quello del liceo è il percorso più completo, omettendo di dire che in questi istituti tecnici, come nell’agrario, c’è una capacità di sbocco professionale molto più alta: non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura. Per questo ragioniamo su un liceo del made in Italy, che spieghi il percorso tra quello che abbiamo e la nostra cultura e la nostra tradizione”.

Così la premier Giorgia Meloni al Vinitaly. “E’ nostro interesse e dovere sostenere questo mondo, anche con un ricambio generazionale. Questo settore – prosegue Meloni – funziona anche e soprattutto grazie alla capacità di mettere insieme tradizione e modernità, quindi le famiglie e una tradizione che arriva da molto lontano. Famiglie che riescono anche con il ricambio generazionale a stare nella modernità”.

Secondo Meloni “il vino è una componente fondamentale della nostra identità e della nostra cultura. Questo governo è particolarmente impegnato a difendere identità, cultura e le eccellenze”, ha aggiunto la premier che ha poi espresso gradimento per l’iniziativa dei ministri della Cultura, Sangiuliano, e dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Lollobrigida, di organizzare proprio all’interno della Fiera la mostra ‘Bacco Divino’, con il Bacco di Caravaggio e il Bacco fanciullo attribuito a Guido Reni, prestati dagli Uffizi a Vinitaly.

Santanchè: “Istituti tecnici al centro”

Ribadisce poi il ministro del Turismo Daniela Santanchè: “La visione del governo non è di dare una paghetta di Stato ai giovani ma di dare loro un lavoro. Come ministero, nella legge di bilancio abbiamo messo 28 milioni per una scuola di eccellenza. In Italia la sinistra ha distrutto gli istituti tecnici, questo governo li vuole rimettere al centro”.

Il 2022 chiude a un miliardo di bottiglie (+4%) di spumante

Chiude di nuovo in crescita e sfiora quota 1 miliardo di bottiglie (978 milioni) la produzione di spumanti italiani nel 2022. Lo rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato i dati di imbottigliamento raccolti presso gli Organismi di certificazione. Il dato segna un leggero aumento (+4%) rispetto a uno strabordante 2021 (+25%), con i comuni e varietali (+10%) che fanno meglio degli sparkling Doc-Igp (+3%, 807 milioni di bottiglie).

A livello territoriale, l’85% dello spumante italiano Dop-Igp ha origini venete (683 milioni di bottiglie), poi Piemonte (9% e 72 milioni), Lombardia (3% e 24 milioni), Trentino (2% e 16 milioni) ed Emilia-Romagna (1% e 7,4 milioni). Il consuntivo 2022 sulle vendite in Italia chiude a +1% (284 milioni di bottiglie consumate), di cui -3% sul circuito retail e +5% su quello ristorazione-bar.

Una performance comunque da non sottovalutare, anche se i veri vincitori in Gdo risultano gli Charmat non Prosecco, in forte crescita in generale (+13%), ma soprattutto al discount (+22% annuo). I consumi interni di spumante hanno raggiunto un completo livello di maturità: nel 2022, la quota sul totale vino si è attestata al 13,5% (era al 9% nel 2015), con il Prosecco al solito grande protagonista delle vendite con il 44% di quota volume.

(Redazione/9colonne)

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