Sumar: Díaz promette primarie anche per la leadership, tensioni con Podemos

MADRID — Yolanda Díaz, Sumar e Podemos. Le notizie sulla volontà della vicepremier spagnola di presentarsi alle elezioni generali 2023 — dopo essersi sottoposta a primarie — con il suo nuovo movimento politico e le incognite sui rapporti con i principali partner del premier Pedro Sánchez nell’attuale governo si sono accaparrate oggi le prime pagine di tutti i principali media spagnoli. In particolare, fanno discutere le dichiarazioni della leader galiziana sul fatto che il suo progetto “non sarebbe un fallimento senza Podemos”, così come i malumori emergenti da diversi attori protagonisti dei negoziati tra Sumar e il partito della ministra dei Diritti sociali Ione Belarra. “Ci preoccupa che Yolanda non stia scommettendo in modo inequivocabile sull’unità”, ha detto ad esempio oggi Pablo Fernández, portavoce di Podemos.

L’atteso atto pubblico tenutosi ieri a Madrid in cui Díaz ha dichiarato di voler “essere la prima premier della Spagna” ha suscitato un ampio spettro di reazioni da parte di esponenti politici e commentatori mediatici dell’attualità. Da chi vede in Sumar un progetto che può garantire “speranza” a un elettorato progressista desideroso di un’opzione di sinistra con “vocazione trasformatrice”, come si legge sull’editoriale odierno de El País, a chi crede che rappresenti “il preludio della tappa finale della coalizione al governo” in quanto sancisce “la rottura” tra la vicepremier e Podemos (Abc).

Intanto, a tornare sull’argomento del nuovo “movimento cittadino” lanciato da Díaz ora anche come progetto elettorale è stata in primis la diretta interessata. “Sumar si presenterà alle elezioni, lo farà come movimento cittadino, e inoltre, a cominciare da me stessa, sarà a partire da un processo democratico di primarie”, ha dichiarato in mattinata a RTVE. “Ieri ho detto di voler essere la prima premier del Paese, e, perciò, logicamente ci sarà un processo che verrà deciso da cittadini e cittadine. Chi vorrà presentarsi per guidare questo progetto lo potrà fare, così come ho detto di voler fare io”, ha aggiunto. 

In un’intervista rilasciata a El País, Díaz ha inoltre affrontato una delle questioni più spinose che è chiamata ad affrontare in quanto probabile leader di Sumar: il fatto che Podemos non abbia ancora aderito a questo progetto, non convinto dall’attuale posizionamento dello stesso. Un mancato accordo con questo partito, ha detto la vicepremier, “non sarebbe affatto un fallimento”. E ha aggiunto: “Ciò che considero essenziale è tappare i buchi neri della democrazia, mobilitarci. Questo va ben oltre l’unità dei partiti”.

Queste parole di Díaz, che nel governo rappresenta la coalizione di partiti Unidas Podemos, sono quelle che hanno provocato “preoccupazione” nel seno della formazione fondata da Pablo Iglesias, secondo quanto detto da Fernández. “Siamo spazi politici diversi, ma possiamo raggiungere un accordo, un accordo che è necessario”, ha però aggiunto. “È per questo che tendiamo la mano a Yolanda Díaz e Sumar”.

Da più persone coinvolte nelle discussioni riguardanti Sumar sono emersi malumori riguardanti il processo di conformazione del movimento, come testimoniano interviste trasmesse oggi dal programma El Tablero della tv web Canal Red. “Oggi è una giornata di quelle in cui è meglio che la pancia non turbi la mente”, ha detto lo stesso Iglesias in dichiarazioni alla radio catalana Rac1.

Sul lancio di Sumar si è espresso oggi anche il ministro della Presidenza Félix Bolas, considerato braccio destro di Sánchez. “È un’ottima notizia per il nostro Paese e per tutti gli elettori progressisti che le diverse forze politiche a sinistra del Partito Socialista si organizzino e vadano insieme alle elezioni”, ha detto a cronisti. “Sarebbe una notizia ancora più positiva che al progetto si uniscano tutte queste formazioni politiche di sinistra senza eccezioni”, ha aggiunto.

Redazione Madrid

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