Díaz va verso l’annuncio di domenica senza l’appoggio delle leader di Podemos

Irene Montero e Yolanda Díaz

MADRID — Il giorno in cui “tutto incomincia” si avvicina. Anche se, per il momento, c’è una questione rilevante ancora irrisolta e che non pare possa trovare una soluzione in tempi stretti. La vicepremier Yolanda Díaz si appresta a raccontare “novità” sul suo progetto politico Sumar, in un atto cui ha invitato molteplici attori della sinistra e programmato per domenica 2 aprile a Madrid: tutti si attendono l’annuncio di una sua candidatura o messa a disposizione ufficiale in vista delle elezioni generali in programma entro fine 2023. Ma è sempre più probabile la possibilità che a questo appuntamento manchino alcune figure di primo piano del progressismo iberico: le leader di Podemos, comprese le ministre dei Diritti Sociali Ione Belarra (altresì segretaria generale del partito) e delle Pari Opportunità Irene Montero.

Sui media di comunicazione iberici, gli spazi riservati alle prospettive elettorale delle forze di sinistra sono stati riempiti principalmente dal dibattito su quale potrebbe essere il rapporto futuro tra Sumar e Podemos. Entrambe le parti si sono dette desiderose di lavorare in favore “dell’unità” di questo settore dello spettro politico. Tuttavia, con vari argomenti, sinora la leadership di Podemos ha evitato di garantire il proprio sostegno espresso al progetto lanciato da Díaz, come hanno invece fatto diversi altri partiti vicini per connotazioni ideologiche.

L’ipotesi più probabile, al momento, è quindi che figure come Belarra e Montero non siano presenti all’atto di domenica, organizzato presso il palazzetto Magariños di Madrid alle ore 11.30. “Ho molte cose da raccontarvi”, aveva detto Díaz al momento dell’annuncio di questo evento.

La vicepremier sinora non ha mai confermato esplicitamente di volersi candidare alle elezioni generali, anche se gli ultimi segnali sembrano inequivoci. “In questi giorni prenderò una delle decisioni forse più importanti della mia vita”, ha detto nel corso di uno degli ultimi atti pubblici di Sumar, che ha sempre definito come un “movimento cittadino” volto a costruire “un progetto di Paese” per il “prossimo decennio”. “Spero che questa decisione possa offrire un contributo al mio Paese”, aveva aggiunto Díaz.

Da allora, esponenti di diverse formazioni politiche hanno confermato la loro presenza all’evento: ad esempio, Íñigo Errejón e Mónica García di Más Madrid, Ada Colau di Catalunya en Comú, Alberto Garzón di Izquierda Unida o Joan Ribó (sindaco di Valencia) di Compromís, tra altri.

Tra chi ha detto di volerci essere, hanno raccontato negli ultimi giorni diversi media spagnoli, ci sono anche alcuni esponenti secondari di Podemos, anche se la direzione della formazione continua a reclamare un accordo preventivo su “un processo di primarie aperte” come condizione per partecipare. La vicepremier e ministra del Lavoro si è detta favorevole a delle primarie, senza però arrivare a specificare una formula dettagliata.

Sul fronte dei contenuti, Díaz punta su argomenti come le misure che ha promosso da ministra: riforma anti-precariato, legge per garantire che i rider siano dipendenti o aumenti del salario minimo. E poi altri temi cari alla sinistra: ecologia, femminismo o pacifismo, tra altri. Negli ultimi mesi, la possibile nuova leader di Sumar ha girato per tutta la Spagna per presentare il progetto e raccogliere adesioni allo stesso.

Redazione Madrid

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