Spagna, Sánchez chiede a Xi “dialogo” per fermare una guerra “illegale”

Sánchez-Xi Jinping_Pool Moncloa-Borja Puig de la Bellacasa
Sánchez-Xi Jinping_Pool Moncloa-Borja Puig de la Bellacasa

MADRID — “Dialogo” per dire basta a una guerra “ingiusta e illegale”. Con questo appello ha esordito il premier spagnolo, Pedro Sánchez, nell’incontro bilaterale che ha avuto oggi a Pechino con il presidente cinese Xi Jinping, una riunione in cui il conflitto in Ucraina è stato uno dei principali temi trattati. “Abbiamo manifestato la nostra preoccupazione sulla situazione, la necessità di rispettare la Carta dell’Onu, l’integrità e l’unità territoriale dell’Ucraina”, ha spiegato Sánchez dopo il meeting, aggiungendo di aver esortato Xi a “conversare con il presidente di quel Paese, Volodymyr Zelensky, per “conoscere direttamente” il suo piano di pace, che è sostenuto dall’Europa.

Il premier iberico è stato il primo leader europeo a incontrare il presidente cinese a Pechino dopo la recente visita di quest’ultimo a Mosca, nel corso della quale è stata ribadita la “priorità” che attribuisce la Cina alle relazioni della Russia. In patria, la visita ufficiale di Sánchez è stata accompagnata da importanti aspettative.

“C’è chi dà per scontato che il XXI secolo sarà un secolo di frammentazione, di tensioni belliche e di divisione tra blocchi”, ha argomentato il leader spagnolo dopo aver incontrato Xi Jinping, “ma noi pensiamo che questa deriva non debba verificarsi”. Sánchez non ha risparmiato parole dure nei confronti di Vladimir Putin. “L’aggressione di Putin contro l’Ucraina è illegale”, ha detto, per poi aggiungere: “non abbiamo nulla contro il popolo russo, ma abbiamo tutto contro chi sta violando principi fondamentali per conservare la coesistenza pacifica tra le nazioni”.

Il premier ha evitato di rispondere direttamente a domande dei giornalisti su quali posizioni abbia manifestato Xi Jinping rispetto al conflitto in corso in Ucraina. “Voglio riconoscere gli sforzi del governo cinese per posizionarsi su due aspetti che mi sembrano molto rilevanti”, ha però detto, riferendosi al “rifiuto totale non solo dell’utilizzo, ma anche della minaccia di uso di armi nucleari” e al “rispetto all’integrità territoriale”.

Da parte sua, il presidente cinese ha usato parole più criptiche.  “Sia la Cina sia l’Ue aderiscono al multilateralismo, sostengono gli scopi e i principi della Carta dell’Onu e supportano la risoluzione pacifica delle controversie internazionali”, ha detto, secondo il network statale Cctv, ripreso dall’ANSA. La posizione della Cina sulla crisi ucraina, ha aggiunto, “è coerente e chiara” e punta a “promuovere colloqui di pace e accordi politici”.

Xi Jinping ha poi dichiarato che “la mentalità da Guerra Fredda e il confronto sul campo dovrebbero essere abbandonati”, così come “le sanzioni e le pressioni estreme dovrebbero essere abbandonate”. Il presidente cinese ha anche espresso l’auspicio che “le parti interessate possano costruire un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile attraverso il dialogo e la consultazione”.

Ma il conflitto bellico nell’est dell’Europa non è stato l’unico argomento affrontato da Sánchez in Cina, dove il premier spagnolo ha incontrato altre autorità, nonché diversi esponenti del mondo economico. Con il primo ministro cinese, Li Qiang, la delegazione spagnola ha trattato ad esempio aspetti come i rapporti economici e commerciali tra l’Unione Europea e la Cina. In questo senso, Sánchez ha spiegato che Spagna e Unione Europea nel suo insieme “desiderano aumentare la collaborazione con la Cina e poter così avanzare verso rapporti commerciali più equilibrati”

I due leader hanno anche trattato altri temi, tra questi gli investimenti in settori industriali come quello delle auto elettriche, dei prodotti farmaceutici e delle energie rinnovabili. Affrontata anche la questione del “rilancio della collaborazione reciproca” in ambito turistico.

Anche intervenendo giovedì al Boao Forum per l’Asia, Sánchez ha sostenuto la necessità di un “migliore equilibrio” nei rapporti tra Ue e Cina, basato sul “rispetto delle regole del gioco”, più “trasparenza” e maggior “reciprocità nell’accesso ai mercati”.

Redazione Madrid

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