Migranti, Meloni alla Camera: “Una calunnia dire che lasciamo morire i bambini”

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tiene l'intervento di replica al termine della discussione generale sulle Comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 Marzo.
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tiene l'intervento di replica al termine della discussione generale sulle Comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 Marzo. (Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – “Tante falsità”. È una Giorgia Meloni perentoria, quella che replica alla Camera dopo le comunicazioni, rese ieri in Senato, in previsione del Consiglio europeo di questo venerdì. I temi più caldi restano ancora quelli della tragedia di Cutro, a quasi 20 giorni dalla sciagura che è costata la vita ad almeno 76 persone, su cui la premier spedisce nuovamente al mittente le accuse delle opposizioni. E la previsione di nuovi aiuti all’Ucraina, su cui invece Meloni deve ribattere al Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, ma anche guardarsi da qualche distinguo interno alla sua maggioranza.

Sul primo punto, attacca la presidente del Consiglio, “ho sentito una grande quantità di cose false in questo dibattito, e la considero una buona notizia: quando si ha bisogno di dire cose non vere evidentemente non si ha molto da dire”. Come governo, torna a spiegare, “abbiamo raccontato quanto è accaduto a Cutro minuto per minuto, ma si continua a dire implicitamente che il governo non avrebbe salvato queste persone che mancanza di volontà.

In uno stato di diritti i colpevoli li stabiliscono le prove. Ai colleghi sfugge che dall’inizio del mio mandato l’Italia ha salvato 36.500 persone in mare, e siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro e raccontare, di fronte a questo sforzo, che lasceremmo bambini morire è una calunnia nei confronti dello Stato italiano, e delle forze dell’ordine che stanno facendo sacrifici enormi”.

Le stilettate all’opposizione sul tema immigrazione non sono finte: l’unico modo possibile di impedire che tragedie come quelle di Cutro, dice, “è fermare le partenze illegali, ed è quello che il governo sta cercando di fare con un piano articolato rispetto al quale non mi sono chiare le alternative proposte”.

Sull’Ucraina è scontro con il Movimento 5 Stelle

E anche sulla questione Ucraina i toni sono accesi: sul punto chiaramente è sempre M5S il rivale più agguerrito. A Elisa Scutellà, che in replica aveva al governo di fermarsi, Meloni replica: “Bisognerebbe dirlo a Putin. Vorrei sentire, se si parla di pace, se si è disposti a concedere dei territori e come. Non si può consentire l’invasione dell’Ucraina e se noi ci fermiamo la consentiamo. Pensate che a qualcuno piace la guerra? La situazione è più complessa di quanto dice la propaganda”.

Giuseppe Conte, in replica, non si lascia sfuggire l’occasione di controbattere: “Prendiamo atto dello schietto appoggio di Meloni alla lobby delle armi, e l’inflessibilità nell’ignorare le grida di dolore di famiglie e imprese. La faccia ce la mette, ma è una faccia di bronzo” ironizza il leader di M5S, che ricorda come il suo gruppo, un anno fa, diede inizialmente l’ok al primo invio di armi all’Ucraina a scopo difensivo.

Dopo 12 mesi, però “possiamo dire che i limiti all’invio di armi posti un anno fa sono stati traditi, dal governo Draghi e da questo che ne è una brutta copia: le armi da difensive sono diventate offensive, e la fornitura avviene tutt’altro che gratuitamente. Se questo non è il momento della pace, qual è e chi lo decide?”.

(Redazione/9colonne)

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