Spagna, il governo sigilla con i sindacati il patto sulle pensioni

MADRID — Patto sigillato. Oggi l’esecutivo e i sindacati spagnoli hanno firmato un accordo che sancisce l’intesa sulla seconda parte della riforma delle pensioni, arrivata dopo quella interna alle forze della coalizione tra le formazioni del governo. “È una delle giornate più importanti di questa legislatura, ha sostenuto Unai Sordo, segretario generale di Comisiones Obreras. “Questo patto comporta, soprattutto, passi avanti”, ha aggiunto Pepe Álvarez  di UGT. Anche il premier Pedro Sánchez ha esultato: “Con questo accordo, dimostriamo che si possono applicare riforme in favore della maggioranza sociale del Paese”.

Presentando il patto alla stampa, il ministro della Previdenza Sociale José Luis Escrivá ha spiegato che la riforma contempla tre aspetti principali: permettere di mantenere il potere d’acquisto delle pensioni (sufficienza), garantire più equità e consolidare il sistema a medio termine (sostenibilità). Un modello che integra una prima modifica del sistema pensionistico, approvata nel 2021 e che prevede in particolare il vincolo con l’evoluzione dell’inflazione come meccanismo per stabilirne il ricalcolo.

Negli interventi di oggi, è stato confermato che il progetto elaborato da Escrivà contempla, tra altre cose, l’introduzione di un nuovo sistema di calcolo degli importi delle pensioni, che si intende introdurre parallelamente a quello attuale (bastato sugli ultimi 2 anni di contributi versati) per determinate categorie di lavoratori: la novità consiste nel consentire un calcolo basato su 29 anni, scartando i due meno favorevoli. Inoltre, viene incluso un aumento dei contributi che le aziende dovranno versare nel caso di salari di fascia alta.

Nelle ultime settimane, il ministro aveva incassato un sostanziale sostegno al suo progetto da parte della Commissione Europea, che aveva fissato questa riforma come condizione necessaria per continuare a elargire fondi europei per la ripresa post-Covid. “È una riforma storica, di rilevanza straordinaria”, ha detto, dicendosi anche convinto del fatto che diventerà un “modello di riferimento” anche per altri Paesi in cui si sta affrontando l’argomento, tra questi “l’Italia”.

Nel pomeriggio, Escrivà ha presentato la sua proposta nel Congresso dei Deputati, da cui ora si attenderà la corrispondente approvazione parlamentare. “Sembra che ci sia una maggioranza disposta ad appoggiarla”, ha avanzato Sánchez dall’isola di Lanzarote, dove intanto era impegnato in un vertice bilaterale tra Spagna e Portogallo.

Nella conferenza stampa successiva al summit, il premier ha sottolineato anche come “finora, tutte le volte che si è parlato di sistema pensionistico pubblico è stato per applicare tagli”, mentre “questo accordo dimostra che le cose si possono fare in modo diverso”.

Sánchez ha anche commentato la posizione contraria alla riforma espressa sia dagli industriali sia dal Partito Popolare, che la giudicano negativa in quanto considerano che comporterà maggiori “tasse sul lavoro” e “sul talento”. “Non mi sorprende”, ha detto il premier, “come già altre volte, il Partito Popolare si appresta a votare contro progressi sociali”. E ha poi aggiunto: “Molte volte non si sa detta il passo a chi, se la destra politica alla destra economica o viceversa; ma se c’è una cosa chiara, è che fra entrambe c’è una sintonia totale ed assoluta”.

Redazione Madrid

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