L’Inter vede i quarti ed è tra le prime otto d’Europa

I giocatori dell'Inter festeggiano la qualificazione ai quarti di Champions dopo il pareggio (0-0) sul campo del Porto.
I giocatori dell'Inter festeggiano la qualificazione ai quarti di Champions dopo il pareggio (0-0) sul campo del Porto. EPA/JOSE COELHO

MADRID. – Inter, missione compiuta. La truppa di Inzaghi festeggia il passaggio ai quarti di Champions, bagnando il traguardo con una prestazione gagliarda ad Oporto. Nerazzurri costretti sulla difensiva per tutta la partita, con la qualità del pacchetto arretrato che ha impedito agli uomini di Sergio Conceiçao di realizzare quell’unico gol che avrebbe riaperto il discorso qualificazione. Il resto lo ha fatto quel pizzico di fortuna sempre necessario per raggiungere imprese di questa portata.

Notte da brividi

La serata dell’Inter non è stata facile: il Porto ha confermato nei novanta e più minuti dell’Estádio do Dragão di essere avversario forte, dotato di buona tecnica e che non molla mai. L’1-0 dell’andata ha tuttavia permesso agli uomini di Inzaghi di preparare una partita d’attesa, marcature strette e difesa attenta. Dove non sono arrivati Darmian e compagni, è arrivato invece Onana, il tentacolare portiere che ha tutto ha parato, anche l’impossibile. Gli altri eroi della serata hanno il volto di Dumfries e di D’Ambrosio.

Il primo, dopo un’ora di prestazione insufficiente, ha salvato con un intervento prodigioso la sua porta nel finale; il secondo, una volta chiamato in causa da Inzaghi nel concitato epilogo del match, ha fornito una prova di autorità e sostanza. Poca gloria, invece, per gli attaccanti: Dzeko e Lautaro prima e Lukaku poi, non hanno avuto molte possibilità di mettersi in luce.

Ma ben presto si è capito che non era la partita per loro: Inter tutta in trincea, a speculare sul vantaggio dell’andata e con pochi spunti offensivi. Così la sofferenza si è protratta fin oltre il novantesimo, con i sette minuti di recupero decisi dal fischietto polacco Marciniak che hanno rappresentato un autentico calvario.

Alla fine della lunga maratona portoghese, con i dragões che perdevano la testa (espulso Pepê), l’urlo nerazzurro poteva finalmente liberarsi. Uno 0-0 mai così sofferto ma anche mai così esaltante. Con buona pace degli esteti del calcio, che hanno già iniziato a storcere la bocca per una prestazione, quella nerazzurra, giudicata difensiva, troppo speculativa e per nulla spettacolare. Ma per una sera, di certo, il calcio champagne ha potuto aspettare.

A caccia di rivincite

È la piccola rivincita di Simone Inzaghi, molto contestato di recente. E anche di Steven Zhang, che vorrebbe incontrare il Milan ai quarti e che, intanto, si frega le mani per le entrate economiche che il passaggio del turno garantisce. Per le casse dell’Inter in difficoltà, anche questa è una buona notizia.

Ora i quarti di finale sono realtà. A vedere le squadre rimaste in lizza in Champions, c’è davvero da aver paura. E, sullo sfondo, aleggia minaccioso anche il rischio di derby tra italiane. Ma questo, per l’Inter, è l’ultimo dei pensieri. La notte di Oporto si porta dietro il dolce sapore di una serata da consegnare alla storia.

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