Ue: l’Italia recuperi l’Ici non versata dal Vaticano

Una veduta della Cupola di San Pietro dall'interno di Castel Sant'Angelo, a Roma.
Una veduta della Cupola di San Pietro dall'interno di Castel Sant'Angelo, a Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

MADRID. – La Commissione europea ha ordinato all’Italia di recuperare gli aiuti di Stato illegali concessi ad enti non commerciali sotto forma di esenzione dall’imposta sugli immobili. Si tratta soprattutto di immobili di proprietà del Vaticano e per una cifra orientativa di circa 11 miliardi di euro per il periodo 2006-2011.

La decisione fa seguito a una sentenza del 2018 della Corte di giustizia che annullava parzialmente una decisione della Commissione del 2012 che dichiarava l’esenzione fiscale dell’Italia incompatibile con le norme sugli aiuti di Stato dell’UE, ma rinunciava al recupero.

Nel dicembre 2012, la Commissione aveva ritenuto che l’ICI per le entità non commerciali impegnate in determinate attività sociali di natura economica tra il 2006 e il 2011 fosse incompatibile con le norme dell’UE sugli aiuti di Stato. Tuttavia, la Commissione non ha ordinato all’Italia di recuperare gli aiuti dai beneficiari perché le banche dati fiscali e catastali non consentivano l’identificazione dei beneficiari.

Nel 2018, la Corte di Giustizia ha parzialmente annullato la decisione della Commissione, ritenendo che la Commissione avrebbe dovuto valutare se esistessero modalità alternative per il recupero, anche solo parziale, dell’aiuto.

Un recupero “anche parziale”

Con la decisione di oggi, la Commissione riconosce l’esistenza di difficoltà per le autorità italiane nell’identificare i beneficiari degli aiuti di Stato. Tuttavia, ha sancito che tali difficoltà non sono sufficienti per escludere la possibilità di ottenere almeno un recupero parziale.

Ad esempio, l’Italia potrebbe utilizzare i dati delle dichiarazioni presentate ai sensi della nuova imposta sugli immobili e integrarli con altri metodi, comprese le autodichiarazioni. Su questa base, la Commissione ha ordinato all’Italia di recuperare gli aiuti. Inoltre, nella decisione odierna, la Commissione chiarisce che il recupero non è richiesto quando gli aiuti sono concessi per attività non economiche o quando costituiscono aiuti de minimis.

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