Salari, arriva la nuova proposta dei sindacati: +13,25% in un triennio

MADRID — Un incremento del 13,25% in un triennio. I principali sindacati spagnoli tornano alla carica sui salari: oggi Comisiones Obreras (CCOO) e UGT hanno rivolto agli industriali una nuova proposta per ottenere aumenti nei settori in cui sono in vigore contratti collettivi. “Dobbiamo distribuire la ricchezza che viene generata in questo Paese”, sostengono. Entrambe le organizzazioni suggeriscono di includere nei contratti collettivi clausole che leghino gli aumenti di stipendio all’andamento dell’inflazione da una parte e a quello dei risultati aziendali dall’altra.

Con i prezzi di molti prodotti alle stelle da mesi, e in un contesto di elevata incertezza e crisi energetica per la guerra in Ucraina, quella di aumenti salariali consoni alla situazione è una rivendicazione che echeggia con sempre più frequenza nel mondo del lavoro. Nel corso del 2022, tentavi di dialogo tra sindacati e Confindustria spagnola su questo argomento sono tuttavia naufragati.

Dopo le prime anticipazioni mediatiche di ieri, CCOO e UGT hanno ufficializzato la loro nuova proposta in un comunicato. Nello specifico, le due organizzazioni puntano a una crescita di base degli stipendi corrispondente al 5% per il 2022 (quindi di carattere retroattivo), del 4,5% per il 2023 e del 3,75% per il 2024.

Uno degli elementi di novità consiste nella richiesta di includere nei contratti collettivi clausole che leghino gli aumenti di stipendio all’andamento dell’inflazione da una parte e a quello dei risultati aziendali dall’altra. Tali risultati, secondo i sindacati, dovranno essere mostrati in modo “fedele” in un “indice pubblico”.

Al momento, la Confederación Española de las Organizaciones Empresariales (CEOE) non ha risposto ufficialmente alla proposta dei sindacati. “Questa è l’ultima possibilità per la negoziazione collettiva”, ha detto nel pomeriggio a RTVE Unai Sordo, segretario generale di Comisiones Obreras, “credo che ci sia margine per trattare, ma questa discussione va chiusa entro maggio”. L’alternativa, ha aggiunto, è uno scenario di “maggior conflittualità” tra aziende e lavoratori.

La richiesta dei sindacati è sostenuta dalla vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Díaz. “Il problema di questa crisi è la perdita di potere acquisitivo”, ha detto oggi a cronisti, “è imprescindibile aumentare gli stipendi”.

Redazione Madrid

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