Crisi idrica, verso un piano nazionale e il supercommissario

Siccità
Coldiretti, la mappa dei danni da siccità regione per regione

ROMA. – Un piano nazionale idrico per affrontare la siccità non più in modo emergenziale ma strutturato. È l’idea che emerge dal tavolo sulla crisi idrica convocato dal governo per oggi, alla luce della mancanza di acqua nei fiumi e nei laghi soprattutto del nord Italia già in pieno inverno, e che ha stabilito quattro punti: l’istituzione a Palazzo Chigi di una cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale, n provvedimento normativo urgente che contenga le necessarie semplificazioni e deroghe e accelerando i lavori essenziali per fronteggiare la siccità; una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica; la nomina di un Commissario straordinario con poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla cabina di regia. Per il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “finalmente è stato affrontato il tema dell’acqua non solo come emergenza ma anche per consentire la programmazione necessaria per gestire una risorsa essenziale per l’intera collettività”.

La protesta dei Verdi

Protesta invece Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde, per il quale “di fronte all’emergenza della siccità che porterà, come lo stesso ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha affermato, al razionamento dell’acqua potabile, la cabina di regia convocata oggi dalla presidente Meloni con un esercito di ministri ha partorito il nulla. È francamente imbarazzante: l’unica cosa prodotta è l’intenzione di nominare un commissario straordinario tra i tanti commissari di cui già l’Italia dispone. In realtà, le politiche ambientali del Governo Meloni sono responsabili di questa situazione”.

Le priorità del piano di azione

In realtà a dare qualche elemento in più sulla strategia del governo è indirettamente il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che rispondendo al question time in programma alla Camera ha sottolineato la necessità di apportare semplificazioni alle procedure perché “ci sono 8 miliardi da sbloccare che sono lì da qualche anno con l’impossibilità di essere spesi per ragioni burocratiche e normative su cui bisognerà intervenire rapidamente”.

Le priorità del piano di azione del governo, secondo quanto delineato dal ministro, saranno l’efficientamento degli acquedotti, che oggi disperdono il 42 per cento dell’acqua; la realizzazione di un piano di invasi e bacini (che in realtà già esiste, ma procede piuttosto a rilento) e per quanto riguarda il suo settore di competenza puntare sull’agricoltura di precisione tramite investimenti tecnologici, così da risparmiare sul consumo di acqua, e lavorare a colture meno idro-esigenti.

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