Migranti, Piantedosi: “Tragedia che ci impone di fermare le partenze”

Migranti morti: sulla spiaggia di Cutro. (ANSA)

ROMA. – Gli ultimi aggiornamenti confermano che il numero delle vittime è salito a 64 persone di cui almeno 14 minori. I sopravvissuti sono 80. Appena appresa la notizia ho ritenuto doveroso recarmi a Cutro, esponendo solidarietà alle amministrazioni locali e a tutte le forze impegnante nelle operazioni di soccorso.

A dare i dati aggiornati, e ufficiali, sulla tragedia avvenuta all’alba di domenica nelle acque di Cutro, è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ieri aveva respinto le critiche per una frase in cui invitava i migranti a non partire per mare.

E spiega che quella avvenuta domenica “è una tragedia che ci impone sforzi per fermare le partenze: dobbiamo evitare che chi scappa dalle guerre finisca in mano ai trafficanti, è necessaria una politica europea. Sin dal suo insediamento il governo ha intensificato i canali di accesso legali, 617 persone sono giunte con i corridoi umanitari, non era mai successo, e abbiamo fatto un decreto flussi da 83mila posti”.

Ribadendo poi che “la cooperazione deve essere un patrimonio di tutti i Paesi membri, non solo quelli di primo approccio: abbiamo apprezzato l’esito dell’ultimo Consiglio europeo del 9 febbraio, le cui conclusioni spiegano che il fenomeno migratorio è una questione europea che va affrontata a livello europeo. E’ indispensabile il rafforzamento delle cooperazione nella ricerca e soccorso, siamo di fronte a un deciso cambio di paradigma. Nei prossimi appuntamenti europei lavoreremo perché queste affermazioni di principio in politiche concrete”.

Il decreto Ong

Per quanto riguarda il contestato decreto sulle Ong (che comunque generalmente non battono la tratta seguita dall’imbarcazione naufragata), Piantedosi conferma che “non intende in alcun modo ostacolare i soccorsi, semplicemente regola le norme nel quadro europeo. Riteniamo inaccettabile che i porti più vicini subiscano in maniera continuativa ed esclusiva la pressione degli sbarchi”.

Secondo Piantedosi inoltre “un limite oggettivo all’accoglienza è dato dall’effettiva capacità di assorbimento nel sistema sociale italiano dei migranti al fine di garantire una vera integrazione e aspettativa di vita. In quest’ottica la strategia di contenimento dei flussi e i rimpatri e le riallocazioni fanno parte di una strategia comune. Sul territorio italiano vi sono 9 Cara con 3248 ospiti, 5408 Cas con 69mila migranti, e il quadro è completato dalla rete Sai gestita dai Comuni ed enti locali nella quale sono presenti 33mila persone”.

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