Endesa (Enel), boom di profitti e ricorso contro la tassa di Sánchez

Enel firma accordo per cessione 56,43% in Enel Russia a Lukoil e Gazprombank-Frezia. Archivio. (ANSA)

MADRID — Crescita boom da una parte, malessere per una situazione “discriminatoria” dall’altra. Tra le grandi protagoniste del mercato energetico spagnolo c’è Endesa, proprietà al 70% del gruppo Enel e una delle principali quotate in borsa nel Paese iberico. Oggi, la società ha comunicato un utile netto consolidato nel 2022 pari a oltre 2,5 miliardi di euro, in aumento del 77% rispetto all’anno precedente. Allo stesso tempo, ha annunciato anche un ricorso giudiziario contro la nuova tassa straordinaria sui profitti extra straordinaria di grandi gruppi promossa dal governo di Pedro Sánchez e approvata recentemente dal Parlamento.

Lo storico risultato di Endesa nel 2022 viene spiegato dalla compagnia stessa come frutto del “buon comportamento del business del gas nel suo insieme” e la miglior tenuta rispetto al 202 degli affari “extra peninsulari”. Il volume delle entrate del gruppo è aumentato del 57,4%, ascendendo fino ai 32 miliardi di euro.

I fattori di crescita, ha aggiunto Endesa, sono stati registrati nonostante il “peggior comportamento dell’attività commerciale” e la politica di “prezzi ragionevoli in un contesto di prezzi elevati”. Inoltre, il gruppo ha sottolineato l’aumento dei “costi impositivi” avvenuto di recente.

In particolare, la società appartenente ad Enel si è riferita alla tassa straordinaria e temporale attivata in Spagna, che ha l’obiettivo di riscuotere fondi da dedicare alla tutela dei cittadini rispetto all’elevata inflazione e alla crisi energetica attuali, attingendo dagli utili extra di grandi gruppi imprenditoriali.

Secondo Endesa, tale imposta è “ingiustificata e discriminatoria”, motivo per cui ha presentato ricorso contro di essa presso il tribunale dell’Audiencia Nacional.

Sia il forte aumento degli utili nel 2022 sia l’avversione alla tassa accomunano altri operatori del mercato energetico spagnolo: è il caso, ad esempio, di Iberdrola, che l’anno scorso ha registrato un utile netto pari a oltre 4,3 miliardi di euro, una cifra record, ed è tra le società che hanno annunciato un ricorso contro l’imposta voluta dal governo Sánchez.

Martedì scorso, la ministra del Tesoro María Jesús Montero ha reso noto che la tassa, applicata a banche e grandi compagnie energetiche, ha già permesso allo Stato di riscuotere quasi 1,5 miliardi di euro. “Servono a finanziare le misure straordinarie applicate per far fronte alla guerra”, ha spiegato la ministra.

Redazione Madrid

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