Ucraina, la guerra compie un anno. Zelensky: “Resistere e combattere”

24 febbraio 2023, 365 giorni di guerra in Ucraina. EPA/ROMAN PILIPEY

MADRID. – L’Ucraina entra oggi nel suo secondo anno di guerra contro le forze russe. In questi 365 giorni le città ucraine sono state ridotte in macerie, parte del Paese è sotto l’occupazione delle truppe di Mosca ed entrambe le parti piangono più di 150mila morti o feriti, stando alle stime occidentali.

In questo giorno altamente simbolico il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un post accompagnato da un video che in breve “ripercorre” l’anno di conflitto, scrive: “Il 24 febbraio milioni di noi hanno fatto una scelta. Non una bandiera bianca, ma quella blu e gialla. Non fuggire, ma affrontare. Resistere e combattere. È stato un anno di dolore, tristezza, fede e unità. E quest’anno siamo rimasti invincibili. Sappiamo che il 2023 sarà l’anno della nostra vittoria.”.

Nel frattempo, però, l’intelligence Ucraina afferma di aspettarsi una serie di “provocazioni su larga scala” da Mosca, inclusi nuovi attacchi missilistici. La Russia ora spera di conquistare le quattro regioni per le quali ha rivendicato l’annessione e dove si concentrano i combattimenti, in particolare intorno alla città fortezza di Bakhmut, che tiene duro nonostante le recenti avanzate russe.

Meloni: “Il piano di Putin è fallito”

“Un anno fa la Federazione Russia ha scioccato il mondo invadendo l’Ucraina. La Russia aveva già compiuto in passato aggressioni nei confronti dei propri vicini, non aveva mai spento le rivendicazioni su quelli che chiama i suoi confini storici, ma nessuno avrebbe potuto immaginare un atto così grave. Ci eravamo illusi”, ha commentato la premier italiana Giorgia Meloni.

“L’obiettivo di Putin era far capitolare l’Ucraina per poi rivolgere le sue mire espansionistiche agli altri Stati confinanti, non solo europei. Il piano è fallito – continua Meloni -. Mosca ha dovuto fare i conti con l’eroica reazione di un popolo disposto a tutto per difendere la propria libertà e con una cosa più forte dei missili e carri armati: l’amore per la propria Patria. Il popolo ucraino sta pagando un prezzo molto alto per questo. A Bucha e Irpin l’ho visto con i miei occhi e non lo dimenticherò”.

Gruppo Wagner: “Fatto passo importante sulla via di Bakhmut”

Le unità della brigata Wagner, la milizia privata che agisce a fianco dell’esercito regolare russo, hanno dichiarato di aver conquistato il villaggio di Berkhovka vicino ad Artemovsk, a nord-ovest di Bakhmut. “Berkhovka è stata completamente presa sotto il nostro controllo”, ha affermato su Telegram il capo della Wagner Evgeny Prigozhin.

Proprio a Bakhmut si sta svolgendo in questa fase del conflitto il confronto principale tra i due schieramenti e se la notizia della presa di Berkhovka venisse confermata, rappresenterebbe un ulteriore, anche se piccolo passo in avanti nel quadrante delle truppe del Cremlino. All’inizio della settimana, il Ministero della Difesa russo aveva annunciato la “liberazione” del vicino villaggio di Paraskovievka.

Da parte sua, il capo ad interim dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, ha ribadito che la conquista di questi territori consentirebbe di concretizzare il blocco dell’arteria stradale per Chasov Yar, l’unica rimasta a disposizione delle forze armate ucraine per ricevere rifornimenti.

L’Onu chiede “il ritiro immediato di Mosca”

Quarta “bocciatura” senza appello da parte dell’Onu all’invasione russa dell’Ucraina. Anche nel voto che si è tenuto a poche ore dallo scoccare dell’anniversario dell’aggressione, infatti, la stragrande maggioranza dei paesi membri delle Nazioni Unite ha espresso la propria opposizione al conflitto scatenato da Vladimir Putin. Tra gli applausi, il testo non vincolante della risoluzione che chiede il ritiro immediato delle truppe di Mosca, ha ricevuto i voti di 141 dei 193 Stati membri, 7 contrari – Russia, Bielorussia, Siria, Corea del Nord, Mali, Nicaragua, Eritrea – e 32 astenuti, tra cui Cina e India.

Un sostegno simile a quello mostrato nell’ottobre 2022, quando 143 paesi condannarono le annessioni di diversi territori ucraini da parte della Russia, cinque votando contro. Il consesso delle nazioni invoca l’integrità territoriale dell’Ucraina e, come detto, “chiede” che la Russia “ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio ucraino all’interno dei confini del paese riconosciuti a livello internazionale”, ovvero abbandonando quelli annessi dopo l’annessione delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Chiede inoltre una “cessazione delle ostilità” e “sottolinea la necessità di raggiungere, al più presto, una pace globale, giusta e duratura in Ucraina in conformità con i principi della Carta delle Nazioni Unite”.

La Cina propone un piano di pace in 12 punti

La diplomazia cinese, che proprio negli ultimi giorni ha lanciato chiari segnali per confermare la solidità dell’asse con Mosca, batte un colpo che potrebbe rivelarsi importante sul fronte della ricerca di un accordo di pace. Alle 9 (ora di Pechino), il ministero degli Esteri ha infatti pubblicato sul proprio sito quella che viene definita la “posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi Ucraina”.

Va sottolineato che Pechino – che si è astenuta al voto di condanna dell’Onu – è riluttante a usare la parola “guerra” e con questo documento propone di fatto un’alternativa alla risoluzione delle Nazioni Unite, mettendo Russia e Ucraina sullo stesso piano. Insomma, quella avanzata da Pechino è una vera e propria proposta di accordo politico, strutturata in 12 punti, che viene lanciata il giorno dopo la visita del capo della diplomazia cinese, Wang Yi, a Mosca, visita durante la quale Yi ha ricordato la “solida amicizia” tra le due nazioni.

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