Ucraina, all’Onu la risoluzione per la pace

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani in una foto d'archivio.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani in una foto d'archivio. (Ufficio stampa Ministero egli Affari Esteri)

MADRID. – “La pace è l’obiettivo strategico definitivo al quale tutti puntiamo. L’Italia è orgogliosa di essere co-sponsor di questa bozza di risoluzione”. Con queste parole il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la posizione italiana sull’invasione russa dell’Ucraina, in occasione del voto sulla risoluzione per la pace dell’Assemblea generale dell’Onu.

I lavori dell’assemblea sono iniziati ieri notte e il vicepremier italiano è stato il primo tra gli europei a prendere la parola. La risoluzione ricalca quella dello scorso anno, e non sarà vincolante: la sua sarà una forza politica, e permetterà inoltre di capire se il fronte a favore dell’Ucraina si è ampliato o meno. Se si dà quasi per scontata l’astensione di Pechino, vi sono dubbi sulla posizione dei vari paesi legati alla Russia, come il Sud Africa o il Brasile; bisognerà aspettare il momento delle votazioni per capire se vi sono stati significativi mutamenti nei due fronti.

Dal segretario dell’Onu, Antonio Guterres, è arrivata la richiesta per “una pace autentica e duratura”, che sia “basata sul rispetto della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e dei confini nazionali”, ribadendo poi che “più a lungo continueranno i combattimenti, più difficile sarà questo lavoro”.

Il segretario ha poi ribadito come la minaccia delle armi nucleari sia “inaccettabile”, mentre l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha dichiarato che “l’invasione russa è un attacco al cuore della Carta dell’Onu”.

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba chiede che si possa ripristinare, per il suo paese, “sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale”, mentre la Russia, per bocca dell’ambasciatore Vassily Nebenzia, sostiene che quella che si sta combattendo è una “guerra per procura”, alimentata dal blocco occidentale, e che credere alle accuse contro la federazione “è possibile solo ignorando gli otto anni precedenti”.

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