Terremoto in Turchia, nuove scosse colpiscono il paese in ginocchio

Un edificio distrutto nella città di Hatay, in Turchia..
Un edificio distrutto nella città di Hatay, in Turchia.. EPA/MARTIN DIVISEK

MADRID. – Una scossa di magnitudo 6,4 ha colpito di nuovo la Turchia e la Siria. L’epicentro si colloca vicino alla città di Antakya, al confine con la Siria, non molto distante dalle zone in cui, il 6 febbraio scorso si sono verificati i terremoti che hanno devastato entrambi i paesi.

L’agenzia turca per i disastri e le emergenze afferma che quest’ultimo terremoto di magnitudo 6.4 si è verificato alle 20:04 ora locale a una profondità di 10 km. Ci sono state, come prevedibile, diverse scosse di assestamento, tra cui una, molto forte, di magnitudo 5,8 tre minuti dopo e 31 scosse di assestamento successive meno violente.

Il bilancio delle nuove scosse è salito ad almeno sei morti e 294 feriti. Si pensa che questa volta il bilancio delle vittime sia stato relativamente basso perché il terremoto ha colpito un’area che era in gran parte deserta dopo essere stata gravemente colpita dal sisma del 6 febbraio.

In Siria, invece, le autorità locali parlando di circa 470 feriti ricoverati negli ospedali, dopo l’ultimo terremoto, che è stato avvertito anche in Egitto e in Libano. Sabato scorso, Ankara aveva annunciato di aver interrotto i soccorsi in tutte le province più colpite tranne due, con squadre di ricerca e soccorso ancora al lavoro nelle città di Antakya e Kahramanmaras, poiché le speranze di trovare più sopravvissuti sono ormai estremamente basse.

Il bilancio delle vittime destinato ad aumentare

Il bilancio delle vittime accertate ha raggiunto finora quota spaventosa di 47.000 persone tra Turchia e Siria, con altre decine di migliaia rimaste senza casa. Ovviamente, molti edifici danneggiati dai terremoti di inizio febbraio, sono crollati sotto i colpi di queste nuove scosse. Soltanto ieri, il segretario di Stato americano Antony Blinken, in visita in Turchia, ha annunciato 100 milioni di dollari di aiuti umanitari, dichiarando che “l’America aiuterà i territori colpiti per tutto il tempo necessario”.

Ma il bilancio dei danni e delle vittime tra Turchia e Siria sembra non arrestarsi mai, tra morti, dispersi e milioni di persone senza tetto. Solo in Turchia, il bilancio delle vittime è salito a oltre 41.000, ma il numero dovrebbe aumentare ulteriormente, dato che più di 345.000 appartamenti sono stati distrutti e molte persone sono ancora disperse.

In Siria, già devastata da anni di guerra, le autorità hanno dichiarato che sono morte più di 5.800 persone.

Nel frattempo, lo shock per il disastro si è trasformato in frustrazione, con i cittadini turchi che accusano il governo di sottrarsi alla responsabilità per gli scarsi standard edilizi. La stampa locale accusa il governo di non far rispettare i regolamenti edilizi e di non aver fatto abbastanza dall’ultimo grande terremoto del 1999 per rendere gli edifici più resistenti alle scosse. Nel 2018, il governo ha accettato un condono per le costruzioni abusive, nonostante l’allarme degli esperti sul pericolo che questo avrebbe potuto costituire per la sicurezza delle persone, in una zona ad altissimo rischio sismico.

Soccorsi e aiuti umanitari

Dal canto suo, il presidente turco Erdoğan ha prima ammesso “mancanze”, per poi affermare che “non è possibile essere pronti per un disastro come questo” e ha definito “disonorevoli” coloro che hanno criticato la risposta del governo. I pubblici ministeri hanno aperto indagini contro giornalisti e utenti di social media che non erano d’accordo con la sua gestione della crisi.

Intanto, nella sola Turchia, si stima che 1 milione di persone vivano in tende e rifugi temporanei, mentre almeno 80.000 feriti sono ricoverati in ospedale. Questo sta provocando rabbia e frustrazione diffuse contro il governo turco. In Siria, invece, fino a 5 milioni di persone potrebbero essere senzatetto, molti già sfollati interni dopo essere fuggiti dalla guerra civile.

Hans Kluge, direttore europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha affermato che i soccorritori stanno affrontando “il peggior disastro naturale nella regione da un secolo”, aggiungendo che 26 milioni di persone hanno bisogno di assistenza in entrambi i paesi. L’OMS ha lanciato la più grande operazione di aiuti umanitari dei 75 anni di storia dell’organizzazione.

Il terremoto ha aperto due enormi spaccature sulla superficie terrestre, dove la terra si è divisa fino a sette metri in direzioni opposte lungo una direttrice di centinaia di chilometri. Ad oggi, la zona è stata colpita da più di 4.300 scosse di assestamento dopo il primo terremoto, complicando i soccorsi.

L’appello delle Nazioni Unite

A distanza di giorni dai terremoti, crescono le preoccupazioni per le precarie condizioni sanitarie legate al freddo, alle condizioni igienico-sanitarie e alla diffusione di malattie infettive. Le Nazioni Unite hanno lanciato appelli, aprendo raccolte che ad oggi sono arrivare complessivamente a circa per un totale di circa 1,5 miliardi di dollari per aiutare i sopravvissuti in entrambi i paesi.

In Siria, la situazione è ancora più difficile. Milioni di siriani sono senzatetto a causa di una combinazione di terremoti e della lunga guerra civile, e la crisi umanitaria è disperata. La scorsa settimana, il dittatore siriano, Bashar al-Assad, ha finalmente deciso di aprire altri due valichi di frontiera con la Turchia in modo che più aiuti possano raggiungere il nord-ovest, dove 12 anni di aspri combattimenti hanno complicato i soccorsi internazionali. Tuttavia, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha avvertito che le autorità locali nel nord-ovest della Siria non stanno dando l’accesso richiesto ai convogli di aiuti.

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