Pd, il responso dei circoli: Bonaccini avanti su Schlein, ora le primarie

Elly Schlein e Stefano Bonaccini, i due candidati alle primarie del Pd, 12 gennaio 2023. ANSA
Elly Schlein e Stefano Bonaccini, i due candidati alle primarie del Pd, 12 gennaio 2023. ANSA

ROMA. – Saranno Stefano Bonaccini ed Elly Schlein a sfidarsi alle primarie del PD del 26 febbraio alle quali potranno votare anche i non iscritti. Si è concluso così il voto nei circoli Pd per la scelta del nuovo segretario che, secondo i dati diffusi dalla Commissione nazionale per il congresso del Partito Democratico, ha visto il presidente della Regione Emilia-Romagna e la deputata chiudere rispettivamente con il 52,87% (79.787 voti) e con il 34,88% (52.637 voti).

I due candidati hanno rilasciato un’intervista al Foglio, nella quale hanno condiviso le loro opinioni su diversi temi, dal futuro del partito, all’operato del governo, passando per la guerra in Ucraina. Entrambi gli aspiranti segretario, si dimostrano convinti sul futuro che aspetta il PD e sugli obiettivi da perseguire nel breve e nel lungo termine.

Sia Bonaccini che Schlein auspicano un PD più espansivo, che sia capace di coordinarsi con le altre opposizioni sui temi e sulle battaglie comuni, come il salario minimo, sul quale tutte le forze di opposizione hanno presentato in Parlamento una proposta di legge. I temi trasversali a tutta l’opposizione, secondo i candidati, non sono pochi; congedo paritario, difesa della sanità e della scuola pubblica, la progressività fiscale, sono questioni care anche al resto dell’opposizione.

Sul tema della guerra in Ucraina, Schlein e Bonaccini si mostrano convinti nel continuare a fornire al paese tutti i mezzi necessari per continuare a difendersi, individuando però come necessario un maggior sforzo politico e diplomatico da parte dell’Unione Europea.

A tal proposito, il presidente della Regione Emilia-Romagna condivide il suo desiderio di avere un governo italiano più credibile sul tema, cosa che rischia di non verificarsi fintanto che il presidente Meloni non siederà ai tavoli in cui verranno prese le decisioni, puntualizza Bonaccini.

Molto negativo il giudizio espresso dai due esponenti del PD sul tema dell’autonomia differenziata. Il ddl Calderoli rappresenta ad opinione di entrambi uno strumento che, oltre ad andare contro il concetto stesso di autonomia come definito in Costituzione, porterebbe ad un inasprimento delle già dilaganti disuguaglianze territoriali presenti nel nostro paese.

Secondo Bonaccini ad un paese che viaggia a velocità diverse come l’Italia, gioverebbe un’autonomia più agevolante, che avvicini i processi decisionali ai cittadini e alle imprese e ne semplifichi la vita. Ancora più categorico il punto di vista di Elly Schlein, la quale si auspica un PD unito e compatto nel rigettare con decisione il ddl, troppo penalizzante per il Sud.

In tema di politica europea, risulta di cruciale importanza per ambedue i candidati un accordo tra le forze socialiste dell’unione, per isolare il più possibile i sovranisti e per non paralizzare il processo decisionale dell’Unione Europea che “su molte questioni come gestione fiscale, politica energetica, politiche sociali, politica estera e difesa, deve fare dei passi avanti” puntualizza Bonaccini.

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