Podemos al Psoe, un errore aver contribuito all’escalation bellica

MADRID — Aver “contribuito all’escalation bellica” in Ucraina è stato “un errore”. Ed è il momento di “riconsiderare” la posizione del governo su come va affrontata l’invasione della Russia di Putin. Il messaggio è stato recapitato oggi dal Partito Socialista da Ione Belarra, ministra dei Diritti sociali spagnola e leader di Podemos, nel corso della terza Conferenza europea per la pace organizzata dal suo partito a Madrid. Un appello “solenne” che ha accompagnato riflessioni della formazione iberica e forze politiche europee alleate, come Sinistra Italiana, su come va “raggiunta la pace” tra Kiev e Mosca; secondo molti dei partecipanti all’evento, tale obiettivo va ottenuto mediante “tregua e negoziati” e non con “più carri armati, più aerei e più guerra”.

Le titubanze di Podemos nell’appoggiare il sostegno militare all’Ucraina deciso come politica ufficiale europea dall’inizio dell’invasione erano già emerse in precedenti fasi del conflitto. Oggi, tuttavia, Belarra ha usato toni particolarmente netti nel riferirsi alla questione. “La Spagna può essere parte della soluzione e smettere di essere parte del problema”, ha affermato la leader di Podemos, secondo cui “la gente vuole pace, diplomazia e negoziati” e  “l’escalation bellica è un animale insaziabile”.

Stando alla altresì ministra, il conflitto sta infatti costituendo “la gallina dalle uova d’oro per la lobby delle armi” , mentre tutti “gli sforzi internazionali” vanno posti per ottenere “una tregua”, perché “le guerre finiscono con le tregue”. In questo senso, secondo Belarra, la Spagna deve sfruttare la sua “nuova posizione di leadership in Europa per articolare una nuova alleanza di Paesi per la pace”.

L’iniziativa odierna di Podemos ha ottenuto il sostegno di diverse formazioni europee di sinistra come la France Insoumise, Die Linke (Germania), Syriza (Grecia) e di leader politici come il britannico Jeremy Corbyn. Partecipanti italiani alla conferenza sono stati la deputata di Alleanza Verdi Sinistra (Avs) Elisabetta Piccolotti , Giuliano Granato di Potere al Popolo e Sergio Bassoli della Cgil.

In dichiarazioni all’ANSA, Piccolotti si è espressa in termini simili a quelli di Belarra. “Pare difficile, a questo stato delle cose e dopo un anno di guerra, immaginare che si debba aspettare o che la Russia occupi l’intera Ucraina o che l’Ucraina possa vincere sulla Russia. Questo atteggiamento ci porta esclusivamente sull’orlo di un conflitto nucleare”, ha detto. “L’Ucraina è purtroppo parzialmente devastata”, ha aggiunto “quindi la priorità oggi dovrebbe essere non l’obiettivo della vittoria ma invece l’obiettivo dell’apertura di un tavolo di trattative”.

Per convincere anche i russi a sedersi al tavolo dei negoziati, secondo quanto ha aggiunto questa deputata, Italia ed Europa devono avere “un ruolo forte” nel “cogliere l’occasione del dialogo con la Cina” e nel “coinvolgere i Paesi del Sud America” come “parti terzi di una mediazione” tra Kiev e Mosca.

Sul palco della conferenza, Bassoli si è invece soffermato sulle conseguenze dei conflitti in termini sociali ed e lavorativi, sostenendo che guerre come quella in Ucraina sono “acceleratrici di crisi economiche” e che aumentare la spesa militare, contribuendo alla “corsa al riarmo”, significa “meno spesa sociale” e “meno diritti”.

Poco dopo le parole di Belarra, sulla questione ucraina si è espresso anche il premier spagnolo Pedro Sánchez, impegnato in una visita in Slovenia. “Se non abbiamo mai voluto la guerra, come non dovremmo scommettere sulla pace? Noi vogliamo la pace, ma la base di questa pace si deve poter definire attorno alle proposte che ha fatto chi è vittima dell’aggressione, ovvero il presidente (Volodymyr) Zelensky e il suo Paese”, ha affermato.

“In nessun aspetto della vita si può essere equidistanti tra aggressore e aggredito”, ha anche osservato il primo ministro spagnolo, “qui ci sono un aggressore e un aggredito, e noi stiamo dalla parte dell’aggredito”.

Francesco Rodella / Redazione Madrid

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