Spagna, via libera del Parlamento a ‘legge trans’ e riforma sull’aborto

MADRID — Un momento “storico” per le persone trans. E una giornata di “conquiste femministe”. Nella stessa seduta, il Congresso dei deputati spagnolo ha dato il suo via libera definitivo a due leggi frutto di lunghe battaglie civili e particolarmente sudate per la ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero. È una svolta che introduce nel Paese tre novità di particolare rilevanza: il diritto all’autodeterminazione di genere a partire dai 16 anni congedi mestruali pagati e maggiori garanzie per abortire. E che arriva in piena polemica per le conseguenze di un altro dei principali progetti dell’esponente di Unidas Podemos: la legge contro le violenze sessuali del “solo sì è sì”.

L’approvazione finale è arrivata per entrambe le norme dopo un triplice passaggio parlamentare: Congresso, Senato, Congresso. E per entrambe, anche oggi, è come negli ultimi mesi, il dibattito è stato contraddistinto anche da momenti di tensione, con duri attacchi incrociati tra i deputati e Montero stessa obiettivo di molte delle critiche più feroci provenienti dai banchi della destra.

La prima di questi due testi legislativi, la cosiddetta “legge trans”, introduce diverse novità per il collettivo LGTBI+, prima fra tutte la possibilità di chiedere la modifica del proprio sesso all’anagrafe senza autorizzazioni giudiziarie o certificati medici a partire dai 16 anni, o con il semplice ok di un genitore nel caso di 14enni e 15enni. Nella maggior parte dei casi, quindi, sarà sufficiente una doppia dichiarazione.

Quella del diritto all’autodeterminazione di genere è stata una rivendicazione di lunga data del collettivo trans. “Questa legge è un passo avanti storico”, ha commentato Uge Sangil, donna trans e presidente della Federazione Statale Lgtbi+ spagnola. Prima di vedere la luce, la norma è stata tuttavia al centro di un lungo, tortuoso e discusso percorso: in particolare, ha pesato l’opposizione di una parte del movimento femminista, rappresentato anche da esponenti politiche di spicco come l’ex vicepremier socialista Carmen Calvo, nella convinzione che quelli che sono visti dalle persone trans come nuovi diritti possano costituire problemi seri in quanto a lotta contro la discriminazione femminile e tutela dei minori.

“Le persone trans non sono persone malate, sono persone, punto. Sono chi sono, punto. Le donne trans sono donne, punto. E lo Stato, a partire da oggi, ve lo riconosce, punto”, ha detto oggi Irene Montero in Aula per provare a chiudere la questione. Ad ascoltarla, c’erano anche diverse rappresentanti del collettivo trans ed LGTBI+. poi protagonisti di festeggiamenti di fronte al Congresso.

D’altro canto, la riforma sull’aborto ha l’obiettivo di “blindare” l’accesso a questa pratica, in particolare visti i diversi tentativi di metterlo in discussione da parte di alcuni movimenti civili e religiosi (settori che hanno trovato rappresentanza nel Partito Popolare e in Vox).

Tra altre cose, viene reintrodotto il diritto all’aborto senza consenso genitoriale per 16enni e 17enni (precedentemente soppresso dalla destra) e sancito l’obbligo da parte dello Stato di garantire che ci sia personale sanitario disponibile a questa pratica in “tutti gli ospedali pubblici”.

La legge introduce poi una novità su scala europea, ovvero il diritto a congedi per donne che soffrono di cicli mestruali “invalidanti”, ottenibili con un certificato medico e che saranno coperti integralmente dallo Stato. In questo caso, uno degli obiettivi del Ministero delle Pari Opportunità è quello di favorire il superamento dei “tabù” presenti nella società odierna riguardo alla “salute mestruale” delle lavoratrici.

Redazione Madrid

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