Caso Cospito, indagato Andrea Delmastro per rivelazione di segreto d’ufficio

Andrea Delmastro in una foto d'archivio.
Andrea Delmastro in una foto d'archivio.

MADRID. – “Spiace che a fare chiarezza sulla vicenda di Donzelli e Delmastro non sia stato il Ministero della Giustizia ma sia l’autorità giudiziaria che sulla base dell’esposto che ho presentato il 2 febbraio alla Procura della Repubblica di Roma oggi avrebbe indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio il sottosegretario Delmastro”.

Il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, all’indomani dell’intervento del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli in cui si riportavano, estratti da documenti del Dap avuti da Delmastro, notizie circa presunti colloqui in carcere tra Alfredo Cospito ed esponenti mafiosi al 41bis, aveva presentato un esposto.

“La risposta che il Ministero della Giustizia mi ha fornito pochi giorni fa – spiega Bonelli – è un vero e proprio boomerang perché nelle intenzioni del Ministro Nordio c’era una chiara volontà di difendere e salvaguardare politicamente Donzelli e Delmastro”.

Eppure perché “il ministero mi ha comunicato che gli atti sul caso Cospito che avevo formalmente chiesto, a differenza di Donzelli, non erano divulgabili non per segreto di Stato o segreto investigativo, come il ministro ha incredibilmente dichiarato in Parlamento, bensì per violazione del segreto di ufficio”.

Ciò, secondo Bonelli, sarebbe “la prova che quegli atti erano riservati per stessa ammissione del ministero della Giustizia, quindi non c’entra nulla il segreto di Stato né il segreto amministrativo”. “Ora, ad accertare le responsabilità sarà, purtroppo, l’autorità giudiziaria e non il ministro Nordio che si è prestato a un’inaccettabile operazione politica che, da uomo diritto come lui è, non avrebbe dovuto avallare”.

Le parole del ministro Nordio

Proprio ieri Nordio, riferendo alla Camera, aveva assicurato che le parole pronunciate da Giovanni Donzelli alla Camera lo scorso 31 gennaio non erano prese da documenti secretati, spiegando che quegli estratti “sono riferibili a una scheda di sintesi del Nic, il nucleo investigativo centrale, sulle quali non risultano apposizioni formali di segretezza”.

C’era sì la dicitura ‘limitata diffusione’ la quale però, assicura Nordio, “esula dalle classificazioni disciplinate dalla legge ed è di per sé inidonea a catalogare il documento come classificato. È solamente una prassi del Dap”. E quanto ai colloqui riportati, visto che si è ipotizzato che fossero state divulgate delle intercettazioni disposte dalla magistratura: nessuna di queste è mai stata divulgata, né sarebbe stato possibile perché non esistono”.

Parole cui aveva ribattuto la capogruppo Pd Debora Serracchiani, che a sua volta aveva ricordato come le richieste di accesso agli atti formulate poi da esponenti dell’opposizione fossero state respinte.

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