Ucraina, Lavrov: “L’Occidente ha raggiunto un punto di non ritorno”

Vladimir Putin alle spalle del ministro degli esteri russo Sergei Lavrov mentre firma dei documenti. Missili
Vladimir Putin alle spalle del ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. EPA/PAVEL GOLOVKIN / POOL

MADRID. – Durissime parole sono state pronunciate questa mattina in un intervento alla Duma dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov mentre a Bruxelles proseguiva il vertice dei ministri della Difesa dei paesi della Nato, un summit nel quale a tenere banco è stato il tema delle forniture di armi a Kiev nonché quello relativo all’aumento della loro spesa per la difesa.

Al termine dell’incontro, è stato proprio il segretario generale ad annunciare che “dagli alleati della Nato sono in arrivo nuovi aiuti in armi pesanti e sotto forma di addestramento delle truppe a Kyiv”, rimarcando che ora “l’Ucraina ha una finestra di opportunità per il bilanciamento delle forze in campo” e che quindi “il tempismo è essenziale”.

In più, da diversi mesi il Segretario generale, Jens Stoltenberg, sostiene che sono necessari investimenti significativi per modernizzare le capacità militari dell’Alleanza. Per Stoltenberg, l’impegno assunto nel 2014 dagli alleati di avvicinarsi al 2% del loro Pil destinato alla spesa per la difesa dovrebbe persino essere rivisto al rialzo.

“Condivido questa valutazione”, ha detto a Bruxelles il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. “Penso che il solo voler avvicinarsi all’obiettivo del 2% non sarà sufficiente. Dovrebbe essere la base per tutto il resto”. Per il suo omologo francese, Sébastien Lecornu, è essenziale esaminare il contenuto di questa spesa. “Al di là della questione del 2% del Pil, quello che conta è il 2% della spesa utile ed effettiva”, ha detto, ricordando l’impegno della Francia a fare “massicci investimenti nella sua difesa con la cifra senza precedenti di 413 miliardi di euro”.

“Porre fine al monopolio dell’Occidente”

Tornando a Lavrov, l’agenzia di stampa statale Tass lo cita dicendo che la politica dell’Occidente è stata per “molti anni focalizzata sul contenimento della Russia”, inclusa l’espansione dei confini della Nato e “sulla trasformazione della fraterna Ucraina in anti-Russia, in un punto d’appoggio militare russofobo”. Lavrov ha accusato Germania, Francia e Polonia di aver appoggiato “un sanguinoso colpo di stato a Kiev nel febbraio 2014 con slogan francamente nazisti e razzisti”.

“Nel nostro concetto di politica estera aggiornato, parleremo della necessità di porre fine al monopolio dell’Occidente sulla formazione del quadro della vita internazionale, che d’ora in poi dovrebbe essere determinato non nei suoi interessi egoistici, ma su una base equa e universale di un equilibrio di interessi, come richiesto dalla Carta delle Nazioni Unite, che sancisce il principio dell’uguaglianza sovrana di tutti gli Stati”.

L’avanzata di Mosca

Nel frattempo, sul campo, la Russia rivendica un’avanzata delle sue truppe nella regione di Lugansk; Kiev, pur ribadendo che la situazione dei difensori resta estremamente difficile, non segnala comunque significative spaccature nel fronte nella regione. Da parte sua, il ministero della Difesa russo ha al contrario dichiarato oggi che le forze ucraine hanno dovuto ritirarsi dopo che gli assalti russi hanno sfondato due linee di difesa opposte.

“Durante l’offensiva, le truppe ucraine si sono ritirate disordinatamente fino a tre chilometri dalle linee precedentemente occupate”, ha scritto il ministero su Telegram. “Anche la seconda linea di difesa più fortificata del nemico non ha potuto fermare lo sfondamento dell’esercito russo”, ha aggiunto.

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